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Guerra in extremis di Obama per far male a Putin e Trump

Rappresaglia di Barack a un mese dalla fine del mandato. Una mossa per punzecchiare Putin e imbrigliare il tycoon

Guerra in extremis di Obama per far male a Putin e Trump

Una mossa per punzecchiare Vladimir Putin e, al tempo stesso, imbrigliare Donald Trump. La durissima rappresaglia sferrata da Barack Obama in risposta alle presunte interferenze russe nelle elezioni presidenziali statunitensi complica enormemente i progetti politici del tycoon che succederà ad Obama quale inquilino della Casa Bianca tra soli venti giorni. Mentre Obama chiude il mandato creando un incidente diplomatico senza precedenti, che incancrenisce i rapporti tra Washington e il Cremlino, Trump inizia con un enorme problema da risolvere.

Da mesi Trump annunciava di voler ristabilire un rapporto di dialogo e cooperazione con la Russia. Adesso, però, commenta con toni insolitamente cauti l'offensiva sferrata dal presidente uscente contro Mosca. Offensiva che rischia di far precipitare i rapporti bilaterali tra i due paesi. "È tempo per il nostro paese di dedicarsi a cose migliori e più grandi", ha scritto il presidente eletto su Twitter, annunciando però che nei prossimi giorni si consulterà con l'intelligence statunitense per ottenere un quadro dettagliato della situazione. Un annuncio che suona come la presa d'atto delle responsabilità di Mosca, di cui si era sempre detto scettico.

Secondo Eric Lorber, consigliere del Center on Sanctions and Illicit Finance at the Foundation for Defense of Democracies, l'offensiva di Obama "ingabbierà l'amministrazione Trump, se non legalmente, almeno sul piano politico". "Sarà difficile per la prossima amministrazione - spiega l'esperto - affermare che tutti i rapporti erano falsi, che l'Fbi ha avuto torto e così la Cia". Un parere sostanzialmente analogo è espresso sul Wall Street Journal da Peter Nicholas. "Trump - scrive l'opinionista - erediterà relazioni diplomatiche indelebilmente alterate dalla mossa di Obama".

Quella tra i due presidenti americani non sarà dunque una transizione morbida. Sulla carta, il presidente eletto potrebbe revocare le sanzioni così come il predecessore le ha imposte. La verità, però, è che molti repubblicani al congresso appoggiano l'offensiva di Obama. E, anzi, lo accusano di aver agito contro la Russia troppo tardi e in maniera troppo poco incisiva.

Resta, aldilà di tutto, la caduta di stile di Barack che, dopo aver autorizzato un durissimo discorso contro Israele e aver orchestrato all'Onu un voto a favore dei palestinesi, ha voluto colpire (all'ultimo minuto del suo mandato) Putin.

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