Cronaca locale

La colazione al bar? Quanto ci costa. I rincari al bancone

La colazione al bar costa di più: a farne le spese è soprattutto il caffè che prendiamo al bancone. Ecco gli aumenti e cosa propongono le associazioni dei consumatori

La colazione al bar? Quanto ci costa. I rincari al bancone

La colazione al bar è uno dei riti irrinunciabili per milioni di italiani: dal cornetto e cappuccino al semplice caffè, la tappa è obbligata. A Roma e in gran parte d'Italia, però, si sono già scatenati aumenti che potrebbero far desistere anche i più irriducibili. I prezzi sono aumentati e potrebbero lievitare ulteriormente in autunno a causa del rincaro di tutte le materie prime e delle bollette alle stelle. Se adesso in alcuni quartieri della capitale un caffè costa mediamente 1,20 euro, da settembre i costi potrebbero aumentare anche laddove si sono mantenuti calmierati.

"È aumentato tutto del 20%"

In realtà, la problematica si avverte già da marzo, quando si sono registrati aumenti fino al 20% come ha spiegato al Corriere una dipendente di un bar sull'Ostiense. "Sia caffè, che cornetti: i costi della farina sono più alti. Un cappuccino? 1,40, è aumentato anche il latte". Se poi si di addentra nel cuore della vita politica, tra Pantheon e Senato, si registrano picchi di 1.50 euro per il solo caffè. "Tutto è rincarato: corrente, trasporto, imballaggi, pure il rotolino per fare gli scontrini. Il latte costa 20 centesimi in più al litro, ma manteniamo il cappuccino a 1,80 euro", ha spiegato un altro esercente. Laddove, invece, i costi si mantengono in linea con il passato, potrebbe non essere più così a breve. "Fino a settembre, poi si vede", spiega un dipendente di un bar in zona Vigna Stelluti.

"Il caffè è un lusso"

I prezzi al bar sono così palesemente in aumento che anche gli stessi titolari affermano che si tratta di un lusso prenderlo al bancone. "Sennò lo compri e lo fai a casa. Qui costa 1,10 euro, ma alzerò a 1,30", ha affermato al Corriere Alessio Paladini, titolare del Gran Caffè Parioli. Stessa sorte a Prati Fiscali, dove il titolare di un altro bar ha affermato che "venire al bar è un lusso. Tutto è aumentato ed è collegato al trasporto. Qui un espresso costa 1 euro, il cappuccino 1,20. I prezzi sono contenuti. Anche se il latte è aumentato sai quanti cappuccini ci fai con un litro? Ma se alzi per guadagnarci è un altro conto".

"Aumenti inevitabili"

Se i cittadini protestano, le associazioni di categoria fanno spallucce e affermano che si tratta di "aumenti inevitabili" come ha dichiarato il presidente della Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) Confcommercio, Sergio Paolantoni, e dal presidente Fiepet Confesercenti Claudio Pica. La motivazione è sempre la stessa: il caro energia, l'inflazione, il costo delle materie prime. "Aumenti necessari per salvaguardare le nostre aziende", sottolinea Pica. Una scusa in più per dire che il caffè si adegua a quello di altre città come Milano, Torino o Firenze.

L'operazione verità

I consumatori sono invece sul piede di guerra: le associazioni a loro tutela propongono un'"operazione verità": il presidente dell'Unione Nazionale Consumatori, Massimiliano Dona, consiglia agli esercenti di comportarsi in maniera trasparente "spiegando ai clienti le motivazioni che l’hanno costretto ad aumentare, magari affermando di fare una revisione al ribasso qualora le cose dovessero cambiare". È d'accordo anche Primo Mastrantoni dell’Aduc il quale chiede di sapere quanto davvero l'aumento dell'energia possa influire sulle tazzine di caffè. "I baristi possono esporre quanto era la bolletta dell’anno scorso e quanto quella di quest’anno.

È un problema di correttezza e di informazione al consumatore".

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