C-cultura

Saviano e i dissidenti immaginari con contratto Rai

Roberto Saviano non perde occasione per denunciare l'emorragia di libertà nell'Italia di Giorgia Meloni

Saviano e i dissidenti immaginari con contratto Rai

Ascolta ora: "Saviano e i dissidenti immaginari con contratto Rai"

Saviano e i dissidenti immaginari con contratto Rai

00:00 / 00:00
100 %

Roberto Saviano non perde occasione per denunciare l'emorragia di libertà nell'Italia di Giorgia Meloni. Eppure lo scrittore ha accettato il rinnovo di Insider, la trasmissione in prima serata su Raitre, confermata nonostante i modesti risultati della scorsa stagione. Qualcosa non torna. I casi sono due: o non esiste alcun incipiente regime autoritario o Roberto Saviano ne fa parte. Quanto meno è collaborativo. Non si è mai visto un ribelle, come lui dice di essere, chiamato a condurre un programma sulla tv di Stato. Non risulta che il dissidente Salomov avesse una rubrica sulla Pravda: il potere sovietico lo prese e lo mandò alla Kolyma, famigerato sistema di Gulag. Vi immaginate il dissidente Solgenitsyn alla guida di un talk? Il potere sovietico lo prese e, dopo averlo frullato in diversi lager, lo esiliò. A Saviano, ma non facciamone un caso personale, anche a Marco Damilano, per dire, è capitata la bizzarra sorte di dichiararsi contro il potere in carica ma di collaborare volentieri con la tv pubblica espressione di quel potere. Il tutto senza trovare una contraddizione nel proprio atteggiamento. Ce lo vedete Piero Gobetti che assume un incarico per conto del regime fascista invece di assumere una mortale dose di bastonate dagli squadristi? Quando Fabio Fazio ha salutato la Rai, Saviano ha pubblicato un post su Instagram nel quale era categorico: «Fabio Fazio viene cacciato dalla Rai perché del suo spazio questa destra xenofoba ha bisogno. Non per imporre la propria egemonia culturale, ma per imporre la propria egemonia. Di culturale questa destra xenofoba non ha proprio nulla. Evidentemente sono state troppe le promesse fatte in campagna elettorale e ora vanno mantenute». Come si può scrivere una roba simile e poi collaborare proprio con la Rai utilizzata dalla «destra xenofoba» che vuole «imporre la propria egemonia»? Ne dobbiamo dedurre che siano soltanto chiacchiere. I giornali di ieri gridavano al pericolo di una Rai ridotta a TeleMeloni. Eppure i loro editorialisti collaborano, stranamente, proprio con l'azienda liberticida: non se ne sono accorti? Possibile che non venga in mente, a certi direttori, di aver dato, in questi mesi, un'immagine grottesca e caricaturale della realtà? Ma si sa, l'Italia è il paese dei furbi e come scriveva Giuseppe Prezzolini: «I fessi hanno dei principi.

I furbi soltanto dei fini».

Commenti