Cronaca locale

Le varie... età della commedia Il ritorno di Jannuzzo e Lopez

Non ci resta che ridere, almeno a teatro. Tre spettacoli al debutto ieri sera a Milano garantiscono per qualche settimana risate e sorrisi in gran varietà. Il primo è Cercasi Tenore, una commedia di Ken Ludwig reduce da Broadway, che è un tuffo nell'America degli anni Trenta, o meglio tra le quinte di un teatro d'opera dove tutto può succedere. «È la storia di Max, il mio personaggio, aspirante cantante lirico, assistente del direttore senza scrupoli di un teatro d'opera di provincia, che per un caso del destino si trova improvvisamente a sostituire nell'Otello un affascinante tenore spagnolo di rara bravura dando il via ad un esilarante vortice di fraintendimenti», spiega Gianfranco Jannuzzo, protagonista della commedia in cartellone al Teatro Manzoni fino al 26 febbraio, prodotta e diretta da Giancarlo Zanetti. Sono sue ore e mezza di spettacolo che come molti assoli lirici parte in sordina e arriva al do di petto, in un crescendo di colpi di scena, di equivoci, di doppi sensi, di battute ironiche ambientate nella raffinata scenografia di Nicola Rubertelli, scenografo del teatro lirico San Carlo di Napoli e del Petruzzelli di Bari, ed esaltate dalle luci intriganti di Franco Ferrari che recentemente ha illuminato la mostra su Zeffirelli e il Duomo di Milano. Ma non crediate che essendo ambientata a Cleveland settant'anni fa Cercasi tenore sia una commedia finita in naftalina perchè i rimandi e le allusioni sono tutti al mondo di oggi: «L'arrivismo di chi pur di far carriera è disposto a tutto, il gioco delle apparenze, la mancanza di scrupoli, l'inganno, i ricatti, la facilità con la quale chi è famoso può ottenere ciò che vuole compongono uno spaccato che purtroppo ben si addice anche alla nostra società», racconta Gianfranco Jannuzzo. «Anche il mio personaggio ha una doppia sfaccettatura: all'inizio è timido e imbranato, poi quando si traveste da Otello si trasforma e diventa padrone della scena».
Padrone della scena come lo è Massimo Lopez nel suo one man show musicale Varie età, al Teatro Nuovo fino al 19 febbraio, con accompagnamento dal vivo, swing e jazz, dell'orchestra Big Band Company: è un'incursione nelle tante epoche dello spettacolo, del cinema, della televisione e della radio, raccontate in sequenza attraverso gli indimenticabili evergreen di tutti i tempi, da Nat King Cole a Nicola Arigliano, da Frank Sinatra a Lelio Luttazzi, e accordati con l'elegante ironia di Massimo Lopez, che è anche regista dello spettacolo e coautore dello show assieme al fratello Alessandro. «È un assaggio di quelli che vengono comunemente definiti i bei tempi di una volta. Ma i bei tempi per chi? Ognuno di noi secondo l'età considera bei tempi quelli del passato», spiega Massimo Lopez. «Cerco di ricostruirli tutti cantando ma anche ironizzando con il pubblico con improvvisazioni e un pizzico di sogno».

Le risate si smorzano e diventano sorrisi in Grisù, Giuseppe e Maria, di Gianni Clemente con Paolo Triestino e Nicola Pistoia, anche regista dello spettacolo in scena al Teatro San Babila fino al 26 febbraio: in una sacrestia di Pozzuoli, nell'Italia anni Cinquanta, quella delle valige di cartone e delle illusioni, un sacerdote, un sacrestano, due sorelle nei guai, il parroco e il farmacista del paese sono cinque personaggi in cerca di sogni, di emozioni, di sorrisi, in viaggio verso un finale sicuramente a sorpresa.

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