Bombe a guida laser e missili Maverick: scatta l'avvertimento alla Cina

Taiwan stringe i muscoli e invia un chiaro messaggio alla Cina. Il tutto a pochi giorni dall’insediamento ufficiale del nuovo presidente dell'isola

Bombe a guida laser e missili Maverick: scatta l'avvertimento alla Cina
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Esercitazioni a fuoco vivo riprese e diffuse sui social network attraverso brevi clip emblematiche. Taiwan stringe i muscoli e invia un chiaro messaggio alla Cina. Il tutto a pochi giorni dall’insediamento ufficiale del nuovo presidente dell'isola, William Lai, definito da Pechino come un "pericoloso indipendentista". L'agenzia stampa militare taiwanese ha pubblicato un video dove ha immortalato aerei da combattimento in azione, missili e bombe a guida laser, spiegando che l’aeronautica di Taipei ha condotto manovre di addestramento di routine per i suoi piloti di jet al fine di "migliorare le capacità di attacco di precisione nel combattimento aereo".

Taiwan stringe i muscoli

La stessa agenzia ha specificato che i caccia erano stati equipaggiati con bombe a guida laser e missili Maverick di fabbricazione americana per colpire "obiettivi marini e terrestri nella zona della barriera corallina vicino a Penghu", un piccolo gruppo di isole sotto amministrazione taiwanese. Nel filmato si vede il personale militare taiwanese montare i proiettili sotto le ali dei jet. Sopra questi proiettili è ben visibile la scritta "US Air Force", a conferma della sempre più stretta relazione tra gli Stati Uniti e Taiwan.

Scendendo nei dettagli, la clip mostra un F-16V biposto decollare dalla base aerea di Chiyai, equipaggiato con due missili Maverick, uno su ciascun pilone centrale dell'ala. Pochi secondi dopo, viene sparato un missile AGM-65 Maverick. Il missile lanciato nell'esercitazione è un'arma d'attacco di precisione a distanza ravvicinata prodotta da Raytheon (ora RTX) solitamente impiegata contro obiettivi tattici quali bunker fortificati, hangar, postazioni di artiglieria, aerei di terra e concentrazioni di truppe.

Cosa succede tra Pechino e Taipei

Secondo alcuni analisti la Cina starebbe lavorando per minare lo status quo nello Stretto di Taiwan in un periodo delicatissimo, e cioè mentre Taipei si sta preparando a cedere il potere al nuovo presidente, in un possibile tentativo per testare come la nuova amministrazione reagirà all'intensificarsi delle pressioni rivali. Nel caso in cui fosse davvero questo l’obiettivo del Dragone, allora le esercitazioni a fuoco vivo mostrate dal governo taiwanese sarebbero servite ad inviare un chiaro messaggio a Pechino.

Non a caso, all'inizio della settimana, il viceministro della Difesa di Taiwan aveva dichiarato che le forze armate dell'isola sarebbero state pronte a qualsiasi azione ostile che la Cina avrebbe potuto intraprendere in vista dell’insediamento di Lai. "Prima e dopo il 20 maggio, le forze armate della nostra nazione manterranno tutti i requisiti di prontezza al combattimento e presteranno molta attenzione ai danni alla pace e alla stabilità regionale da parte dell'altra parte", aveva spiegato il vice ministro della Difesa di Taipei, Po Horng He.

Nel frattempo la tensione resta alta, altissima.

Il ministero della Difesa di Taiwan ha segnalato di aver registrato la presenza di 15 caccia e sei navi militari cinesi intorno all'isola. Nell'arco di 24 ore è stata infatti rilevata la presenza di 15 caccia, nove dei quali hanno superato la linea mediana dello Stretto di Taiwan, che Pechino non riconosce. Il 20 maggio si avvicina sempre di più.

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