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"Il mio ultimo Sanremo, mi sento fuori posto": la confessione di Loredana Bertè

La cantante ricorda i suoi esordi con Renato Zero: "Non avevamo una lira e ci presentavamo ovunque ci fosse la possibilità di lavorare"

"Il mio ultimo Sanremo, mi sento fuori posto": la confessione di Loredana Bertè

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La tappa al Brancaccio del suo "Manifesto Tour" è un'occasione per Loredana Bertè di riavvolgere il nastro e ricordare l'arrivo nella Capitale e i suoi esordi nel mondo della musica, oltre che un modo per annunciare l'addio a Sanremo dopo l'ultima edizione.

La cantante arrivò a Roma insieme alla madre e alle sorelle nel 1965 quando aveva appena 15 anni, in un momento in cui Mia Martini già inseguiva il sogno di sfondare nel mondo della musica. Si iscrisse all'istituto d'arte di via Merulana, a breve distanza dal Brancaccio, tappa del suo tour. "Arrivavo in minigonna, senza libri e con qualche pennello per dipingere nella tasca. Ero desiderata. Mi spogliavano con gli occhi", racconta la Bertè a Il Messaggero. "Accanto alla scuola c'era un istituto per geometri. Un covo di maschi arrapati. Pur di aspettare che salissi le scale per vedermi le mutande, erano pronti a entrare in ritardo e prendersi una nota", prosegue.

Ma l'Accademia non era la strada giusta per sfogare nel modo giusto tutta la sua irrequietezza."Quando uscivo da scuola tornavo a casa, prendevo la bici e andavo al Piper. Tra un concerto e l'altro, avevo trovato il modo di coniugare studio e piccoli guadagni", ricorda la cantante. "Più crescevo e più crescevano le esigenze, meno soldi c'erano a casa. A metà dell'ultimo anno dell'istituto d'arte, a un passo dal prendere il diploma, dovetti mettermi a lavorare a tempo pieno", aggiunge.

È qui che nasce il sodalizio con Renato Zero, artista con cui la Bertè ha interrotto ogni rapporto per via di uno screzio mai chiarito. Un momento molto difficile, che comunque non li scoraggiò in alcun modo. "Non avevamo una lira e ci presentavamo ovunque ci fosse la possibilità di lavorare. Improvvisavamo da vetrine viventi nei negozi di via del Corso o di viale Giulie Cesare. Davamo spettacolo senza fermarci mai. A Roma correre era un'esigenza. E la città un laboratorio", ricorda ancora la Bertè.

Un momento di fondamentale importanza fu l'uscita dell'album "Streaking" nel 1974, un LP censurato dalla Rai sia per alcune espressioni "colorite" presenti nei brani che per alcune foto che la ritraevano senza veli. Le copie del disco furono ritirate dal mercato, ma quella fu la svolta che servì da trampolino di lancio per la sua carriera da cantante. Una carriera che sarà riattraversata nel "Manifesto Tour", durante il quale la cantante presenterà i brani che l'hanno resa un'icona, compreso "Pazza", la canzone portata all'ultimo Festival di Sanremo e con la quale ha vinto il Premio della Critica intitolato alla sorella Mia Martini.

E proprio su Sanremo c'è una rivelazione fatta dalla cantante alla fine dell'intervista."È stato il mio ultimo Festival. Mi sento sempre un po' fuori posto.

Mi sento più a mio agio in tour che sul palco dell'Ariston", considera la Bertè.

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