






Rigore, tradizione e sperimentazione: l'arte di Alberto Aimone Cat
Alberto Aimone Cat nasce a Torino il 13 febbraio del 1953. Fin da giovane si appassiona alla pittura, frequentando corsi di tecnica classica a olio e acquarello e perfezionandosi negli studi privati. Le esigenze familiari lo orientano verso un percorso ingegneristico: si diploma, frequenta il Politecnico di Torino e inizia a lavorare come illustratore, sviluppando una particolare attenzione per il disegno in bianco e nero e l’uso della china.La sua carriera si sviluppa nel settore automotive, in particolare nei sistemi di fissaggio statici e dinamici, collaborando come fornitore esterno con marchi storici come Fiat, Alfa Romeo e Lancia. Il rigore del disegno tecnico resta una costante, ma nella pittura Alberto Aimone Cat scopre uno spazio libero, aperto al colore e all’immaginazione. Muove i primi passi con metodi tradizionali, per poi aprirsi alla sperimentazione grazie all’evoluzione dei materiali: smalti tradizionali, acrilici, olio base acqua e olio. I suoi strumenti sono pennelli e matite, con cui definisce l’ossatura visiva del dipinto e costruisce atmosfere in equilibrio tra controllo e istinto.Negli ultimi Aimone Cat anni ha fuso le sue due grandi passioni, l’arte e l’automobile, in una ricerca pittorica personale e immediatamente riconoscibile. Su tele di medio e grande formato sviluppa un linguaggio che oscilla tra figurazione e astrazione: le forme restano leggibili, ma vengono trasfigurate dal gesto pittorico, dai contrasti cromatici, da campiture che trasformano il reale in visione.Le sue opere celebrano le icone della storia automobilistica: modelli leggendari come la Ferrari GTO o la Jaguar E-Type, ma anche eventi epici come la 24 Ore di Le Mans o un Gran Premio. A volte l’occhio si sofferma su un dettaglio, com un abitacolo, un riflesso, un volante, perché la bellezza, spesso, è nascosta nei particolari.La pittura di Alberto Aimone Cat non cerca di riprodurre la velocità, ma di trattenerla. È memoria in movimento, colore che racconta il rombo, forma che vibra nel silenzio di una tela.