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Editoriale

"Voglio ringraziare i tanti leader dell'opposizione che hanno partecipato, e voglio ringraziare anche Elly Schlein, che con il suo Nannimorettiano "mi si nota di più se vengo e sto in disparte o se non vengo", ha comunque fatto parlare di noi. La cosa divertente è che il campo largo lo abbiamo riunito qui noi e l'unica che dovrebbe federarlo non si è presentata", lo ha detto Meloni ad atreju. Atreju (Alexander Jakhnagiev)

Agenzia Vista
Meloni ad Atreju: Ringrazio Schlein, col suo "nannimorettismo" ha fatto parlare di noi

"Mando un messaggio a tutti quelli che continuano a dire la Meloni sola: signori guardatevi intorno. Un grazie profondo va ad Antonio e Matteo, possiamo contare su una visione condivisa, noi non siamo un incidente della storia, un accordo di convenienza, una somma di persone, ma un gruppo che viene da 30 anni di battaglie comuni", così Meloni ad Atreju. Atreju (Alexander Jakhnagiev)

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Meloni ad Atreju: Un messaggio a chi continua a dire che sono sola, guardatevi intorno

"Solo quando una persona è onesta, infatti, diciamo che è “di parola”, perché la mantiene come segno di costanza e fedeltà, senza voltafaccia. Allo stesso modo, una persona è coerente quando fa quello che dice: la sua parola è il buon pegno che dà a chi la ascolta, e il valore della parola data dimostra quanto vale la persona che la dice. In particolare, il cristiano è sempre uomo della Parola: quella che ascolta da Dio, anzitutto, corrispondendo nella preghiera al suo appello paterno. Quando siamo stati battezzati, è stato tracciato sulle nostre orecchie il segno della Croce, dicendo: “Effatà”, cioè “Apriti”. In quel gesto, che ricorda la guarigione operata da Gesù, viene benedetto il senso attraverso il quale riceviamo le prime parole di affetto e gli indispensabili elementi culturali che sostengono la nostra vita, in famiglia e nella società. Come i sensi e il corpo, così anche il linguaggio va dunque educato, appunto alla scuola dell’ascolto e del dialogo. Sia essere autentici cristiani, sia essere cittadini onesti significa condividere un vocabolario capace di dire le cose come stanno, senza doppiezza, coltivando la concordia fra le persone. Perciò è nostro e vostro impegno, specialmente come Ambasciatori, favorire sempre il dialogo e tesserlo nuovamente, qualora si interrompesse. In un contesto internazionale ferito da prevaricazioni e conflitti, ricordiamo che il contrario del dialogo non è il silenzio, ma l’offesa. Laddove, infatti, il silenzio apre all’ascolto e accoglie la voce di chi ci sta davanti, l’offesa è un’aggressione verbale, una guerra di parole che si arma di menzogne, propaganda e ipocrisia", lo ha detto Papa Leone XIV ai Diplomatici (Alexander Jakhnagiev)

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Leone XIV ai Diplomatici: Non stancatevi mai di tessere la pace
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