Ma 30 anni fa l’aria era più sporca

Le automobili e gli impianti di riscaldamento inquinano molto meno che in passato La situazione migliorerà ancora se verranno realizzati trenta reattori nucleari

Proviamo ad essere propositivi. Intendo sull'inquinamento atmosferico urbano. Ma prima alcune premesse sono necessarie.
Punto primo: è l'aria dei centri urbani inquinata in modo preoccupante? La parola-chiave, qui, è «preoccupante». La risposta è senz'altro no. Dobbiamo convincerci che non siamo più ai tempi di Edoardo I d'Inghilterra, che nel XIV secolo emanò un editto che prevedeva la pena d morte per chi avesse bruciato carbone durante le sedute del Parlamento, e questo a causa del fumo e dell'odore prodotti. L'aria è molto più pulita anche rispetto a 30 anni fa: inquinano di meno sia le automobili che i riscaldamenti delle case.
Punto secondo: è ragionevole volere un'aria ancora più pulita di quella che respiriamo oggi? La risposta è senz'altro sì. L'inquinamento atmosferico urbano ha due principali cause: l'autotrasporto, sempre; al quale, d'inverno, si aggiungono gli impianti di riscaldamento. Di conseguenza, sono questi i fattori su cui intervenire.
Punto terzo: gli interventi, qualunque essi siano, devono produrre una riduzione significativa dell'inquinamento. La parola-chiave, qui, è «significativa», il che comporta, come immediato corollario che tutti i provvedimenti cui si è fatto ricorso nell'ultima dozzina d'anni, tipo targhe-alterne o domeniche-a-piedi, sono stati inutili e, siccome costosi, anche dannosi. Non dovrebbe essere difficile convincersene: un ipotetico fermo delle auto dalle ore 0 alle ore 24 di tutte le domeniche dell'anno comporterebbe una riduzione dell'inquinamento atmosferico da traffico di 1/50, cioè del 2%, cioè dell'inquinamento atmosferico in generale dell'1% (nell'ipotesi, falsa, che il traffico della domenica sia uguale a quello degli altri giorni). Analoga aritmetica si potrebbe fare con le targhe-alterne: dovremmo avere targhe-alterne 24 ore su 24, 365 giorni l'anno, per sperare in una riduzione dell'inquinamento atmosferico del 20%. Non meno inutile è l'ultima trovata di invitare tutti ad abbassare la temperatura dei locali di un grado: stendendo un velo pietoso su come mai si possa controllare l'applicazione di un simile provvedimento, basti qui riflettere solo su cosa significa un grado in meno su uno sbalzo di temperatura tra esterno e interno che è, necessariamente, dell'ordine di 20 gradi. Niente. In conclusione, sarebbe quanto mai auspicabile che il ministero dell'Ambiente emetta un'ordinanza che proibisca ognuno di quegli inutili e dannosi provvedimenti ordinati dagli amministratori locali: ne va della credibilità, purtroppo già bassa, delle istituzioni. Le quali, a dire il vero, è da una dozzina d'anni che declamano la locuzione «interventi strutturali», naturalmente limitandosi alla sola declamazione. Enunciamone alcuni.
Per ridurre in modo consistente l'apporto del riscaldamento domestico all'inquinamento atmosferico, senza naturalmente lasciare al freddo la gente, c'è un solo modo: bisogna riscaldarsi con termosifoni elettrici. Ad esempio, se tutti - tutti - gli impianti di riscaldamento del Paese fossero elettrici, l'inquinamento atmosferico urbano si ridurrebbe del 30%. Ma dovremmo avere l'elettricità, che invece non abbiamo grazie a sapete chi: con 30 reattori nucleari potremmo dire addio alle nostre caldaie a metano o a gasolio. Allora - il ministro Scajola prenda nota - avviare quanto prima il nucleare è uno dei provvedimenti «strutturali» volti al miglioramento della qualità dell'aria che respiriamo. Nota a margine: al primo cretino che proponga, in alternativa, i tetti fotovoltaici, gli prometto che gli pago io i 9/10 del loro costo se egli fosse disposto, primo, a pagare di tasca propria anche solo il rimanente decimo e, secondo, a disconnettere casa propria dalla rete elettrica.
Per ridurre in modo consistente l'apporto del traffico all'inquinamento atmosferico urbano, senza naturalmente immobilizzare la gente (che, tipicamente, non si muove per il gusto di farsi un giro, ma perché ne ha necessità), bisognerebbe che la rete di metropolitana nei grandi centri urbani sia non come le asfittiche reti milanese e romana, ma capillare, come lo è, peraltro, nelle grandi città del resto del mondo.

A migliorare la viabilità e di conseguenza a ridurre di conseguenza l'inquinamento gioverebbe pure ridurre drasticamente le auto parcheggiate in superficie, con la realizzazione di numerosi parcheggi sia sotterranei sia a più piani (il ministro Matteoli prenda nota).
Grandi opere, quindi, signori politici. Se non le fate perché vi sentite ostaggio di un becero ambientalismo che non avete le palle di affrontare, almeno non rompetecele a noi con la vostra inettitudine.

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