Ad Algeri nuovi scontri con feriti

«Stato assassino», «Basta con questo potere», «W l’Algeria libera e democratica». Scandendo slogan ostili al potere e sventolando bandiere della Tunisia, il partito d’opposizione Raggruppamento per la cultura e la democrazia (Rcd) è sceso in piazza ad Algeri nonostante il divieto delle autorità. O almeno ha tentato di farlo: un imponente dispositivo di sicurezza è stato infatti dispiegato nella capitale algerina, è entrato in azione e ha impedito ai manifestanti di marciare nelle strade, come prevede lo stato d’emergenza in vigore dal 1992. Sono 42, secondo l’Rcd, i manifestanti rimasti feriti tra cui un deputato. Il ministro dell’interno parla invece di 19 feriti, di cui 8 agenti, e di 9 persone fermate e rilasciate poche ore dopo. Circa trecento militanti dell’Rcd sono stati bloccati per ore davanti alla sede del partito nel cuore della capitale, dove sventola una bandiera della Tunisia al fianco di striscioni che reclamano, in arabo, berbero e francese, «Algeria democratica e sociale». Altrettanti agenti in tenuta antisommossa, armati di mazze di legno e scudi, hanno circondato l’edificio caricando i manifestanti ogni volta che tentavano di uscire.

Secondo il segretario dell’Rcd, presente in Parlamento con 19 deputati su 389, da ieri notte sono state bloccate le principali vie d’accesso alla capitale per «impedire ai manifestanti di partecipare alla marcia».
Dall’inizio dei disordini, due settimane fa, in Algeria si sono registrati 5 morti e 800 feriti.

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