Adottiamo un parco: ci sentiremo come a casa

Ogni volta che si va fare un giro a Londra, colpisce come gli inglesi riescano a mischiare il nuovo con quello a cui non rinuncerebbero mai. E allora: va bene la tradizione, ma le prossime Olimpiadi stanno trasformando la città in qualcosa di diverso, di più bello, in un luogo dove i grattacieli nascono su edifici vittoriani senza darsi fastidio l’uno con l’altro. C’è però qualcosa a cui i londinesi non rinucerebbero mai, ovvero il rito del parco. E qui in effetti ci sarebbe davvero da imparare: è come se loro, i parchi, li avessero adottati e per questo quando giri per il verde della città non c’è mai nulla fuori posto. Quindi: erba sempre tagliata, panchine sempre in ordine, scoiattoli sempre alla portata di mano. Una bellezza per gli occhi.
Anche perché il parco, a Londra, non è solo un luogo dove si va il fine settimana a rilassarsi. Per gli inglesi il parco è qualcosa di più, un modo di essere, un luogo per chiacchierare e incontrarsi. Non è un caso, infatti, che in queste sere d’estate la gente finista per cenare lì, con famiglie, amici, fidanzati, impegnati in tranquilli pic-nic di fine lavoro, come se fossero a casa. Anzi: più che se fossero a casa.
Insomma: gli inglesi hanno tanti difetti ai nostri occhi, e spesso sono difetti veri e non solo per noi. Per esempio in questi giorni sui giornali locali divampa la polemica sull’assegnazione dei biglietti dei Giochi, finiti in tasca ai soliti noti neanche fossimo in una tribuna di un nostro stadio di calcio qualunque.

Però la cura della propria città attraverso la cura dei parchi della propria città è qualcosa sulla quale dobbiamo meditare. E che dobbiamo prendere come esempio. Perché in fondo, se adottassimo un parco anche noi, la vita spesso più verde. E, nello stesso tempo, più rosa.

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