Il raid Nella provincia meridionale di Helmand, la stessa dove in marzo fu preso in ostaggio il giornalista italiano Daniele Mastrogiacomo, la notte scorsa un bombardamento aereo alleato ha "per errore preso di mira due o tre abitazioni": uccisi venti talebani, ma sotto alle macerie hanno perso la vita anche 25 persone inermi, tra cui i membri di una stessa famiglia, alcune donne e persino un bimbo di appena sei mesi di età. Lo ha denunciato il capo della polizia provinciale, Mohammad Hussein Andiwal. Dal canto suo l’Isaf, la forza internazionale di assistenza per la sicurezza sotto comando atlantico, si è limitata a confermare che c’è stato un non meglio specificato "scontro". Secondo altre fonti, però, le vittime civili sarebbero 12.
I testimoni Secondo l’agenzia afghana Pajhwok, che riporta testimonianze di residenti, i morti causati dal bombardamento aereo della coalizione su due case del distretto di Greshk, la scorsa notte, sarebbero "oltre due dozzine". Le vittime civili sono state confermate anche da responsabili della polizia locale.
Uno dei testimoni citati dall’agenzia, Abdul Qadeer, ha detto che a causa del raid aereo sono morti anche donne e bambini i cui corpi si vedevano sotto le macerie delle case distrutte, nel villaggio di Konjak. "L’aereo ha lanciato le bombe sulle case di Haji Nasrullah e di un capo religioso del villaggio intorno all’una della scorsa notte", ha precisato Qadeer dicendo che ci sono stati anche molti feriti. Quota 177 vittime La Nato ha confermato di aver ucciso una trentina di guerriglieri e ha accusato i talebani per la morte dei civili: "Il rischio di morti civili era probabilmente deliberato", ha affermato il portavoce della Nato, Mike Smith. Che ha aggiunto: "È quel gesto irresponsabile ad aver causato vittime". Se questa strage sarà confermata, saliranno a 177 il numero delle vittime civili provocate, dall'inizio dell'anno, durante le operazioni militari guidate dalla Nato o dagli Usa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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