Agusta fa atterrare in Turchia 50 elicotteri per 1,2 miliardi

Anche Telespazio e Fincantieri gareggiano sul Bosforo per firmare nuovi contratti

da Ankara

Ad Ankara ha aperto i battenti il salone della difesa turco Idef, giunto alla ottava edizione, e, nonostante la situazione politica tesa ed elezioni politiche alle porte, non si prevede alcun rallentamento degli ambiziosi programmi di ammodernamento delle forze armate, a prescindere da quale partito o coalizione uscirà vincente. E con un bilancio della difesa cresciuto quest’anno del 10,6%, a 9,5 miliardi di dollari, pari al 2% del Pil e al 6,2% del bilancio statale, e con investimenti per nuovi equipaggiamenti ben oltre 2,5 miliardi all’anno grazie a fondi speciali, la Turchia continua ad attrarre le attenzioni delle principali aziende del settore, comprese le italiane Finmeccanica e Fincantieri. Ecco perché a Idef sono presenti oltre 400 società di 45 Paesi, che spalleggiano le rispettive industrie. L’Italia è rappresentata dal sottosegretario alla Difesa Lorenzo Forcieri e dal vicesegretario generale della Difesa, generale Carmine Pollice, che hanno incontrato il ministro della Difesa turco e il segretario generale del potente SSM, l’ente per gli acquisti militari, nonché i vertici delle forze armate.
Il ministro turco della Difesa, Vecdi Gonul, ha detto che «l’Italia è un nostro partner privilegiato». Ed, in effetti, il made in Italy è molto apprezzato: il programma più importante è quello relativo alla produzione dell’elicottero tattico A-129T, una versione ampiamente modificata del Mangusta di AgustaWestland. Per ora si parla di 50 elicotteri, da consegnare dal 2013, con un valore di circa 1,2 miliardi di euro per la quota italiana. Si tratta infatti di uno sviluppo congiunto che vede prime contractor la TAI turca. E la Turchia vuole altri 40 elicotteri di questo tipo. L’amministratore delegato di AgustaWestland, Giuseppe Orsi, dice che quello con TAI è un accordo di collaborazione strategica che va oltre il pur importante programma A-129T. E ci sono infatti molti altri progetti elicotteristici in ballo, militari e paramilitari.
Quasi tutte le società del gruppo Finmeccanica hanno in corso o sono in gara per aggiudicarsi commesse: ad esempio tra poche settimane si saprà se Telespazio fornirà all’Aeronautica un satellite da osservazione militare, una gara che vale quasi 400 milioni di euro. Fincantieri invece è stata scelta come partner di un cantiere locale per la realizzazione di quattro pattugliatori da oltre 1.000 tonnellate ed è in corsa per la realizzazione di una nave da assalto anfibio.

Le opportunità non mancano, ma vendere in Turchia è difficile: qui sono fortissime le aziende tedesche, americane, israeliane e per aver successo, oltre a prodotti validi, bisogna essere pronti a trasferire tecnologia e a cooperare con le aziende di casa: l’ambizione di Ankara è di elevare dal 25% al 50% il contenuto locale negli acquisti militari e di aumentare la propria capacità export.

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