Ahmadinejad rischia l’arresto in Germania

Berlino. Il governo tedesco ha difeso ieri la decisione di concedere il visto d'ingresso in Germania al vicepresidente iraniano Mohammed Aliabadi, giunto in occasione dei mondiali di calcio nella sua qualità di responsabile per lo sport nel suo Paese. Bisogna «distinguere» tra le idee del presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad e le funzioni di Aliabadi, ha detto il portavoce governativo Thomas Steg. Berlino, ha aggiunto Steg, condanna «nella maniera più ferma» le posizioni di Ahmadinejad sui temi dell'Olocausto e dell'esistenza di Israele. E Aliabadi, ha precisato Steg, non ha rilasciato dichiarazioni analoghe. Ahmadinejad ha suscitato sdegno mettendo in dubbio l'Olocausto degli ebrei e auspicando la scomparsa di Israele dalla carta geografica. Resta ora l’incertezza sull'eventuale arrivo in Germania di Ahmadinejad, che intenderebbe seguire dallo stadio le partite dell’Iran, qualora la nazionale superasse il primo turno.

Il presidente potrebbe essere perseguito penalmente: la negazione dell'Olocausto è reato in Germania. L’ex vicepresidente della comunità ebraica tedesca, Michael Friedman, ha detto alla Bild che presenterà immediatamente denuncia contro Ahmadinejad nel caso il presidente iraniano arrivasse in Germania.

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