«Ai confini d’Italia» il nuovo volume di Claudio Scajola

«Ai confini d’Italia» il nuovo volume di Claudio Scajola

Claudio Scajola, ex ministro e attuale presidente del Comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti (Copaco), si presenta nella nuova veste di scrittore con il suo libro «Ai confini d’Italia» (De Ferrari Editore, 200 pagine, 40 Euro) che oggi alle 18 verrà presentato a Imperia presso l’aula magna del Polo Universitario, in via Nizza 8.
In un primo tempo alla cerimonia era stata annunciata la presenza del senatore a vita, ed ex presidente emerito della Repubblica Italiana, Francesco Cossiga. Ma un fastidioso stato influenzale ha tenuto a letto il senatore costringendolo a disertare la manifestazione. Tuttavia, insieme all’onorevole Scajola, ci saranno il giornalista e storico Arrigo Petacco e il professor Vito Piergiovanni dell’Università di Genova. A moderare l’incontro sarà Franco Manzitti, caporedattore di «Repubblica-Il Lavoro».
Ma di che cosa parla il volume e quali sono i suoi contenuti? «Questo libro, cresciuto nel tempo, a mano a mano che idee, riflessioni, discorsi costituivano sempre più una considerevole mole di materiale sul Ponente ligure - spiega lo stesso Scajola - nasce come atto d’amore nei confronti della mia terra e di riconoscenza nei confronti di tutti coloro che, donne e uomini, dai più umili ai più illustri, hanno contribuito a renderla una terra straordinaria».
La storia del Ponente scritta dall’onorevole Scajola, dunque, si presenta più come un omaggio alla propria terra che non come un trattato che abbia i crismi dell’ortodossia scientifica. «È, invece, il frutto di una passione coltivata da tempo - continua Scajola -, una ricerca puntigliosa sia sotto il profilo iconografico (con immagini spesso inedite) sia sotto il profilo dei contenuti che sono stati elaborati anche sulla base di numerosi confronti, conversazioni e frequentazioni di persone e realtà locali che hanno lasciato in me un segno indelebile come vere esperienze di vita, prima ancora che come motivo di arricchimento culturale. In queste pagine, dunque, certamente c’è il racconto degli avvenimenti, ma c’è soprattutto lo sforzo di ragionare sugli stessi, il tentativo di dare ad essi un’interprertazione prospettica sottolineando quelli che a me sono sembrati più disponibili a una visione panoramica complessiva, seguendo un po’ il modello narrativo del Taviani non “storico” tout court, ma l’interprete di una realtà storica sedimentata».


Nel complesso «Ai confini dell’Italia» diventa un viaggio nello scenario, sempre mobile e dinamico, che spazia tra i popoli di Albenga e Ventimiglia in età classica, Taggia, Porto Maurizio e Oneglia nel Medioevo, Sanremo, Bordighera e Imperia in età contemporanea, lungo il percorso storico delle vicende dei Liguri del Ponente.

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