Ai milanesi non piace il tè di via Ventura

C’è chi sottoscrive i virgolettati del direttore della Caritas milanese che definiva la scuola coranica di via Ventura una «sconfitta per l’integrazione». È il leghista Matteo Salvini: «Quella struttura era e resta un ghetto per poco meno di cento bambini. La prova? Il tè delle cinque».
Già, a cadenza quindicinale in via Ventura c’è un appuntamento «singolare» in una scuola: «Le mamme arabe offrono una tazza di tè con pasticcini alle signore del quartiere che vogliono visitare la scuola» illustra Salvini. Iniziativa che, secondo il capogruppo comunale della Lega, dovrebbe «nelle intenzioni degli organizzatori far avvicinare i milanesi a quella scuola» ovvero «in via Ventura non c’entra un milanese a pagarlo oro: solo i genitori degli alunni e i loro supporter, da Retescuole ad associazioni no global».

Ma «l’ora del tè» che si è svolta l’altro pomeriggio non ha portato facce nuove dentro le aule di via Ventura, «quella scuola non va giù ai milanesi: è un esempio da cancellare nel nome e per conto dei bambini costretti a frequentarla».

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