Aiuto concreto ai più deboli La società dal volto umano

Libertà di mercato, solidarietà e sussidiarietà per una convivenza civile. Il dialogo è al centro delle attività

Un impegno costante e quotidiano per intercettare i bisogni delle persone. Una missione per sostenere educazione, famiglia, assistenza previdenziale e fiscale, tutela della non autosufficienza, formazione professionale e servizi al lavoro, specie per i giovani. Proprio verso questi ultimi e più indifesi, si concentra l'azione del Movimento cristiano lavoratori (MCL), che mette al centro di ogni iniziativa soprattutto i disoccupati, condotti verso una dimensione di responsabilità e di intraprendenza, per agevolarli nella ricerca di un lavoro, attraverso progetti come il «ProntolavoroMcl», rivolto a migliaia di persone.

Non solo, il MCL è in prima linea nel mettere risorse al servizio delle persone: centri d'ascolto, informazioni sul lavoro, pratiche necessarie al vivere quotidiano, anche per gli immigrati regolari.

Poi la formazione, un dovere etico di MCL che si adopera da anni perché questa sia continua e di qualità. Rientrano tra le attività del movimento anche gli interventi per contrastare lo sfruttamento del lavoro illegale, come il progetto sul caporalato, «Alla luce del sole», che ha preso il via nel 2016. Grazie, poi, al 5x1000, il 60-65% dei fondi raccolti sono investiti in Italia, specie in formazione, anche per rafforzare la partecipazione e contribuire all'integrazione e alla civile convivenza. Il resto è destinato a progetti di cooperazione internazionale.

Da 45 anni impegnato nella promozione sociale, MCL è un'associazione con una capillare presenza sul territorio. Nato nel 1972 il movimento ritiene che occorre costruire una società dal «volto umano», nella profonda convinzione che libertà di mercato, solidarietà e sussidiarietà siano i pilastri di una convivenza civile, costruita intorno alla centralità dell'essere umano.

Fondamentale, ancora, l'impegno nel campo della cooperazione internazionale, con programmi che, in parte, nascono da una collaborazione con il Centro europeo di formazione agraria (Cefa), l'organizzazione non governativa di riferimento del movimento, per sostenere iniziative in Africa (Somalia, Tanzania, Sud Sudan, Marocco), aree del mondo dove si sta intervenendo per condurre quelle popolazioni all'autosufficienza alimentare. Il resto del 5x1000 è impiegato in progetti che fanno capo direttamente alle iniziative in essere, con aiuti che incidono principalmente nell'area balcanica (a Bucarest, a esempio, si sta realizzando un nuovo quartiere che ospiterà attività sociali e aggregative per giovani e famiglie) e in Medio Oriente, a Gerusalemme e in Giordania, dove sono stati realizzati un impianto fotovoltaico e un sistema di depurazione delle acque, donati al Centro Nostra Signora della Pace di Amman. Altre iniziative sono in corso, in Eritrea e Moldavia. Proprio a Bucarest sono in cantiere una serie di interventi modello sui quali il movimento punta, per ricostruire un tessuto sociale sano ed equilibrato.

«Pensiamo che il dialogo sociale, culturale, inter religioso debba essere il perno principale di ogni nostra attività - spiega Carlo Costalli, presidente di MCL - e unica via possibile verso la completa integrazione europea. So che ci vuole tempo, sono processi in corso che rimarranno aperti per anni. Lo sviluppo dell'economia sembra essere la condizione senza la quale non c'è progresso sociale, né evoluzione dello Stato di diritto, né si può sviluppare il dialogo sociale, altra condizione indispensabile alla crescita. In caso contrario si rischia di perdere la fiducia nell'Europa e nei vari processi di integrazione.

E per questo, invece, è necessaria la fiducia nell'Unione europea. La fiducia è indispensabile per portare a termine le riforme politiche, economiche e sociali.

Questo vale, a esempio, sia per chi è già in Europa sia per Paesi come Serbia, Albania, Montenegro, Macedonia, Bosnia Erzegovina e Kosovo. Siamo anche convinti che senza la mediazione dell'Ue gli strascichi delle guerre non potranno essere eliminati del tutto. L'Europa rimane l'unica via possibile per la stabilità definitiva nei Balcani».

MFi

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