Alitalia ora cerca una «spalla» per il presidente

da Milano

Alitalia si prepara al passaggio delle consegne in cabina di pilotaggio. Per la nomina e l’insediamento del nuovo presidente Berardino Libonati e dei nuovi consiglieri, indicati ieri dal Tesoro, bisognerà attendere il 22 febbraio prossimo, giorno in cui è convocata l’assemblea degli azionisti con all’ordine del giorno il rinnovo del board della compagnia e che sancirà la scadenza dell’attuale presidente e amministratore delegato Giancarlo Cimoli. Ma il dopo-Cimoli è già cominciato e i riflettori sono tutti puntati sulle scelte e i compiti che il nuovo timoniere dovrà affrontare. E sono molti gli interrogativi che prendono corpo. Primo fra tutti, quello che riguarda la gestione operativa della compagnia: Libonati, infatti, sarà un presidente di garanzia e non ricoprirà incarichi operativi dal momento che, secondo quanto previsto dal Codice civile, gli avvocati iscritti all’ordine non possono esercitare cariche esecutive. Per farlo, dovrebbe decidere di autosospendersi ma Libonati, che per il nuovo incarico in Alitalia percepirà un compenso minimo, continuerà a esercitare la sua professione. Si porrà così il problema di trovare un ad o un direttore generale per la gestione del gruppo. Quello che è certo è che il nuovo consiglio avrà il delicatissimo incarico di traghettare Alitalia verso i nuovi acquirenti privati. Considerando tutte le tappe che l’operazione di privatizzazione deve ancora affrontare, la fase di transizione potrebbe concludersi anche a estate inoltrata.

E in questo periodo (circa un semestre) l’obiettivo sarà quello di arginare la crisi in cui versa attualmente Alitalia. Non ci sarà un nuovo piano industriale ma bisognerà revisionare l’intera macchina per tentare di invertire la rotta.

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