All’origine del gesto il rifiuto di affidare il piccolo alla madre

I carabinieri della stazione di Valle Castellana (Teramo), coordinati dalla procura di Ascoli Piceno, indagano sulla scomparsa di un bambino di 3 anni, che da dieci giorni manca dalla casa dei nonni paterni

I carabinieri della stazione di Valle Castellana (Teramo), coordinati dalla procura di Ascoli Piceno, indagano sulla scomparsa di un bambino di 3 anni, che da dieci giorni manca dalla casa dei nonni paterni, nel piccolo comune al confine tra le province di Teramo e Ascoli. Con lui non si ritrova anche il padre, un disoccupato di 29 anni, che vive con il piccolo da quando la mamma, una cittadina di nazionalità greca, ha lasciato la famiglia per rimpatriare. Gli inquirenti sospettano che alla base della scomparsa di padre e figlio ci sia il tentativo di sfuggire o di ritardare l’effetto della decisione del tribunale dei minorenni di affidare il piccolo alla mamma. I militari procedono sulla base di un fascicolo aperto dalla procura ascolana in cui si ipotizza appunto la sottrazione di minorenne. Il padre, uscendo con il figlioletto, aveva detto a casa che sarebbero andati a fare una passeggiata ma a sera non era rientrato. Al momento non viene presa in considerazione, ma non si esclude, l’ipotesi di un gesto estremo del genitore che possa aver coinvolto anche il piccolo. La vicenda di Teramo fa venire in mente un’altra storia straziante. Quella delle gemelline: Alessia e Livia, le gemelline di 6 anni sparite il 30 gennaio con il padre Matthias Schepp. L'uomo si gettò poi sotto un treno nel Foggiano la notte del 3 febbraio.

Irina, la mamma delle due gemelline, ha confidò al settimanale Oggi, la crisi con il marito e come l’uomo fosse diventato così autoritario da esasperare il clima in famiglia. Fino alla tragedia. Per Irina il gesto ha un solo significato: «Voleva colpire me. Io per lui non esistevo, ma quando capì che non sarei tornata, concepì per me questa punizione estrema».

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