«Professore, confessi: anche il suo umore è nero in questi giorni? E si sente fiacco...». «In realtà sto benissimo. Ma capisco dove vuole arrivare. E so che le conseguenze di questo clima incidono sulla quotidianità di molti». Umberto Solimene è direttore della cattedra di terapia medica dellUniversità di Milano e autore di «Meteorologia e climatologia medica». È in pratica il principale esperto in Italia di quella sindrome chiamata «meteoropatia» che - secondo uno studio dellUniversità Cattolica di Milano - affligge un italiano su tre. «Il grigio che prevale, i colori intorno che si attenuano per la mancanza di luce forte, le temperature ballerine e gli acquazzoni a ripetizione, come in questi giorni, incidono sullumore e sulle condizioni fisiche di molti. Questa instabilità del tempo porta a un disagio che si fa più forte negli organismi più deboli», spiega Solimene.
Quali sono, quindi, le categorie a rischio e quali i sintomi del disagio? «Se dovessimo tracciare un identikit del meteoropatico potremmo dire che è donna, oltre i quarantanni, che svolge prevalentemente vita dufficio, in ambienti chiusi, e vive in città. Ovviamente si tratta di una semplificazione. Il senso è che ci sono individui più vulnerabili, il cui organismo ha maggiore difficoltà di adattamento alle variazioni climatiche. E chi lavora in ambienti chiusi o climatizzati, chi è sottoposto a uno stress quotidiano, chi vive in aree urbanizzate in cui la qualità dellaria è peggiore, è maggiormente toccato da questo disagio». Compresi bambini e anziani: i primi diventano più irrequieti, i secondi più depressi. Tutto ciò vuol dire che il sonno si riduce, sia nella durata sia nella qualità, che le giornate diventano più difficili da affrontare e lo stress cresce. I temporali, poi: «Sono portatori di cariche elettriche che hanno azione sul sistema neurovegetativo. E incidono sullumore, per cui la depressione può acuirsi in maniera grave nei soggetti che già ne soffrono, le persone sole per esempio. per non parlare delle cefalee. Moltissimi cominciano ad averne i sintomi prima di un acquazzone».
Eppure cè un popolo che del clima pazzo, del passaggio dal sole alla pioggia e dal freddo al caldo gioisce. Paolo Marangoni, medico di base nel Padovano e appassionato di statistiche meteorologiche lo ha quantificato: sono circa diecimila. «La mancanza di dinamicità, di cambiamento, li annoia e li intristisce», spiega Marangoni. Che racconta le esperienze vissute quotidianamente coi suoi pazienti: «Molti, specie le ragazze giovani, si deprimono anche se piove una sola volta al mese, se però succede nei week-end.
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