Sono aumentati i casi di imbrattamenti delle facciate dei palazzi storici di Genova, colpiti durante le manifestazioni con lancio di vernice, e i casi di graffiti. Atti di vandalismo che, a volte, danneggiano irreparabilmente il patrimonio artistico della città. È quanto ha denunciato Giorgio Rossini, soprintendente dei Beni culturali della Liguria, a margine della presentazione della relazione annuale del Nucleo tutela patrimonio culturale dei carabinieri di Genova. «Durante le ultime manifestazioni - ha spiegato ieri Rossini - sono stati imbrattati palazzo Spinola, sede della Prefettura e palazzo Tursi. Il Comune, Amiu e noi abbiamo firmato un protocollo dintesa per cui ogni volta che viene danneggiato un bene interviene un nostro restauratore. Negli ultimi due episodi, di cui lultimo venerdì scorso in occasione della manifestazione organizzata dalla Fiom, non ci hanno chiamato. E nel ripulire hanno abraso i marmi delle facciate». Ma non solo. Il soprintendente ha lanciato anche un appello ai «cercatori» di beni archeologici. «Portateli da noi. Li perizieremo e - ha concluso Rossini - vi daremo una ricompensa in denaro». Comunque dallannuale relazione del Nucleo Tutela Patrimonio culturale dei carabinieri di Genova emergono dati confortanti che testimoniano l'efficienza dei militari nella salvaguardia del patrimonio della nostra regione. Il capitano Salvatore Lutzu espone, in primis, la situazione relativa ai furti di beni culturali, dove si è vista una diminuzione del fenomeno di circa il 50 per cento. Il dato più alto è riconducibile alla voce relativa ai furti in danno ai privati, vittime della microcriminalità comune. Mentre rappresentano il 40 per cento del totale le sottrazioni nelle chiese e negli istituti religiosi. Visto il dato allarmante sono stati svolti nella Regione Liguria corsi di formazione per «custodi volontari nelle chiese», in collaborazione con gli uffici dei Beni Culturali Ecclesiastici dell'Arcidiocesi di Genova. Il numero dei partecipanti ai corsi ha già raggiunto quota 300. La città più colpita rimane il capoluogo ligure con dieci eventi, seguita da Imperia, La Spezia e Savona dove non è avvenuto alcun furto. Infine i dati del nucleo tutela patrimonio culturale prendono in esame il fenomeno della contraffazione di beni culturali, dove vi è stata una diminuzione del 130 per cento dei casi accertati. L'azione dei militari si estende anche alla tutela del paesaggio. Sono stati svolti 63 controlli soprattutto nelle aree Unesco patrimonio del lUmanità in Liguria (Portovenere, le Cinque Terre e le isole di Palmaria, le strade nuove e i palazzi dei Rolli di Genova). Il valore complessivo dei beni culturali sequestrati nel 2010 viene stimato intorno ai due milioni di euro.
Tra le opere di maggior pregio recuperate troviamo un dipinto del XVII secolo raffigurante «San Francesco con il crocifisso» del valore di circa 70.000 euro, trafugato nel 1973 dal museo statale di Nizza e recuperato in Genova ai danni di una collezionista piemontese denunciata per ricettazione. Infine vale la pena sottolineare come i reati che riguardano i beni culturali vengono posti in essere prevalentemente da liberi «professionisti» e soggetti appartenenti alla classe impiegatizia, ovvero non incalliti criminali bensì insospettabili che se non ignari, si dimostrano quantomeno incuranti dei riflessi penali ai quali si espongono.
Inoltre la considerevole quantità e qualità dei beni culturali presenti nel territorio nazionale, la loro commerciabilità anche attraverso canali nuovi come «l'e-commerce» e l'elevata redditività dei beni trattati costituiscono le cause più evidenti del persistente fenomeno della commercializzazione illecita di beni culturali all'interno e all'esterno dei confini nazionali.
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