"Quella stoccata clamorosa non l’ha vista solo l’arbitro"

Stefano Cerioni, allenatore della nazionale italiana di scherma, dopo l’oro tolto a Macchi dice dell'arbitro: "Era mediocre, ma più incapace è chi l’ha scelto"

Stefano Cerioni
Stefano Cerioni
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Stefano Cerioni è un colosso di 60 anni, 1 metro e 90 di altezza, ex campione olimpico di fioretto e oggi allenatore della nazionale italiana di scherma. L’altra sera è andato su tutte le furie perché evidenti errori arbitrali hanno tolto l’oro, meritatissimo, al suo allievo Filippo Macchi, 22 anni. Cerioni ha protestato in modo molto vivace, come fece a Barcellona, nel 1986, da atleta, per una vicenda simile che gli costò un anno di squalifica.

Cerioni, mi spieghi bene cosa è successo.

"Stavamo vincendo 14 a 12. Gli errori dell'arbitro ci hanno portato sul 14 pari. A quel punto c’è una stoccata nostra, cioè di Filippo, che è andata a segno e non ci è stata riconosciuta..."

Sicuro che è andata a segno?
"Sì, era evidentissimo. E poi mi hanno chiamato molti colleghi, anche arbitri internazionali, hanno detto tutti la stessa cosa: era punto.
Filippo con quella stoccata era oro. E invece l’arbitro non l’ha riconosciuto".

Avrà avuto qualche ragione l’arbitro a non assegnarlo....
"Gli ho chiesto qual era la ragione ma lui non mi ha dato una risposta".

Poi?
"Poi una seconda stoccata dove era chiaro che il punto era nostro. Questa era leggermente più dubbia, ma chiunque assegnata a noi".

E come è finita?
"Un’altra stoccata anche stavolta molto dubbia. Secondo me era nostra, ma c'era in quel caso un margine di discrezionalità e l’arbitro l’ha assegnata all’atleta di Hong Kong, strappandoci la medaglia d’oro".

Non contestate l’ultima stoccata?
"Io la contesto, ma se fosse stata solo l’ultima era una decisione che potevamo anche accettare. Le due precedenti no. E altre due stoccate durante il match erano nostre e non ci sono state date...".

Chi era quest’arbitro?
"Anche nei giorni scorsi aveva fatto parecchi sbagli...".

A nostro sfavore?
"Anche".

Ha notato una ostilità degli arbitri verso l’Italia?
"In questa occasione certamente sì. In altre occasioni ho visto arbitri molto bravi e altri molto meno bravi...".

Quando ha visto arbitri buoni?
"Beh, per esempio in semifinale. Arbitri competenti e al di sopra delle parti. Io mi chiedo: perché, visto che erano bravi, non gli hanno dato anche la finale? L’errore è quello. Il sorteggio degli arbitri non funziona. Per i match più difficili ci vogliano gli arbitri migliori".

Ma lei lo conosceva quest’arbitro?
"Beh, sappiamo che non è di qualità".

Malafede?
"No. Assolutamente no. Però è un arbitro mediocre. No, non posso credere che fosse in malafede".

Incapacità e basta?
"Incapacità soprattutto di chi l’ha scelto".

So che avete annunciato ricorso.
"Si, lo faremo. Anzi penso che sia stato già presentato. Ma lascerà il tempo che trova. Speriamo che nei prossimi giorni ci diano arbitri bravi".

Più dispiacere o rabbia?
"Entrambe. Ma soprattutto tanto dispiacere. Non per me ma per Filippo. Ha pianto. È giovane. Immagini lei la delusione. La differenza tra l’essere campione olimpico o medaglia d’argento è enorme. Ha subíto un’ingiustizia".

Cerioni, la sua reazione è stata molto emotiva.
"Lo ho fatto per difendere Filippo. Per proteggerlo. Per impedirgli di infuriarsi, sennò si prendeva anche una ammonizione".

Filippo cosa ha detto?
"A freddo stamattina ha detto: “Almeno abbiamo preso un argento...”. L’ha presa fin troppo bene".

E ora?
"Aspettiamo altro quattro anni".

Per ora niente?
"Beh, c’è la gara a squadre. E lì vogliamo l’oro".



Che rapporto si crea tra un allenatore e un atleta?
"Un rapporto molto forte. Si lavora insieme su tutti i particolari. Sulla forma. Sulla convinzione. Sulle tattiche".

Chi è per lei Filippo?
"Per me? Per me è un figlio".

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