L’ex ministro Cesare Salvi: "Sempre stato favorevole, doveroso essere di sinistra e garantisti. Sono d’accordo pure sul Ponte"
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Novant’anni di storia industriale, tre generazioni alla guida e una sfida chiara davanti: innovare senza perdere identità. In questa puntata di Chi fa l’Italia, Hoara Borselli incontra Andrea Dell’Orto, vicepresidente esecutivo di Dell’Orto S.p.A., uno dei marchi simbolo della meccanica italiana. Dal carburatore – Dna storico dell’azienda – all’elettronica, dalla meccatronica alla mobilità del futuro, Dell’Orto racconta un modello di impresa familiare che ha saputo evolversi restando fedele alle proprie radici. Un’azienda dove il capitale umano è centrale, con una forte presenza femminile e un investimento costante sulle nuove generazioni. Al centro del dialogo anche i temi chiave dell’industria contemporanea: sostenibilità, intelligenza artificiale, produttività, Green Deal e neutralità tecnologica. Senza ideologia, ma con pragmatismo industriale e visione di lungo periodo. Una conversazione che attraversa passato, presente e futuro per raccontare cosa significa, oggi, fare impresa in Italia e continuare a competere nel mondo.
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L’Italia che fa non è soltanto quella dell’impresa: è quella che forma, che studia, che costruisce capitale umano. In questa nuova puntata di Chi fa l’Italia, Hoara Borselli incontra Fabio Vaccarono, CEO di Multiversity, già vicepresidente di Google e figura di primo piano nell’innovazione digitale europea.Vaccarono ripercorre un percorso che va dalla consulenza a Google, fino alla guida del più grande polo di formazione digitale d’Europa. Un fil rouge netto: trasformare i settori dall’interno, portando tecnologia, metodo e visione in mondi abituati alla lentezza. Al centro della conversazione c’è il tema che oggi decide il futuro di un Paese: la formazione continua. Le università telematiche come risposta reale a un’Italia in cui milioni di persone lavorano senza avere mai avuto accesso a un percorso universitario; come strumento per chi studia mentre costruisce una carriera; come via concreta per colmare un divario con il resto dell’Europa che non è più possibile ignorare.Vaccarono spiega come la digitalizzazione – quando guidata, vigilata e progettata – non sostituisca il professore, ma lo potenzi. E mostra come l’intelligenza artificiale, usata dentro perimetri scientificamente controllati, migliori la comprensione dello studente, rafforzi il metodo didattico e renda lo studio più personale, più efficace, più accessibile.Il nodo del pregiudizio culturale sulla “laurea telematica” viene affrontato con i fatti: qualità dei docenti certificata, concorsi vinti, indicatori alla pari delle università tradizionali, studenti che avanzano nella carriera e superano esami di Stato e concorsi pubblici.Ne emerge un’Italia che non rinnega l’aula, ma amplia il perimetro dell’aula. Un Paese che deve imparare a imparare di nuovo, perché la vera sfida non è la tecnologia: è chi saprà usarla per non restare indietro.Una puntata che non fotografa solo un settore, ma una direzione: quella di un’Italia che cresce se studia, e che studia se qualcuno le dà gli strumenti per farlo.
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