Amianto, ex portuali in rivolta contro l’accordo dei sindacati

Oltre ai camalli che rispondono alla rivolta del sindacato contro l’inchiesta sul porto, ci sono anche gli ex camalli che si rivoltano contro il sindacato. Il motivo del contendere è l’annosa questione della battaglia per il riconoscimento dei benefici della legge sull’amianto a quei lavoratori della Culmv andati in prepensionamento alla fine degli anni ’80. A loro che davvero hanno lavorato per decenni a contatto con l’amianto non erano stati riconosciuti risarcimenti, integrativi di pensione, neppure il riconoscimento delle ferie non ancora godute. La loro battaglia si è protratta per anni grazie anche alla costituzione della Commissione ex lavoratori Culmv, che in tutta solitudine si è rivolta a un legale e ha sfidato anche l’inerzia dei governi.
Ora i loro diritti sono stati finalmente riconosciuti. «Ma l’accordo è stato firmato con i sindacati, senza neppure chiederci se siamo soddisfatti - tuona Attilio Gattorno, membro attivissimo della commissione - E comunque per avere quanto ci spetta, ci hanno chiamato dal sindacato presentandoci un modulo di liberatoria da firmare. Non basta, l’avvocato al quale ci siamo rivolti ci ha presentato una parcella da pagare. Insomma, vorremmo capire se si tratta di una vertenza sindacale, e non lo è, non dovremmo pagare nulla all’avvocato.

In caso contrario, visto che la causa l’abbiamo fatta noi, non capiamo perché gli accordi li abbiano presi i sindacati per conto nostro, obbligandoci ad accettare l’accordo e a chiudere qualsiasi controversia». Alla fine, certamente, gli ex camalli saranno costretti a prendere quel poco che verrà loro offerto. «Ma che almeno si sappia come ci hanno trattato coloro che dicono di difendere i lavoratori», tuona Gattorno.

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