nostro inviato a Milanello
Caro Ancelotti, trovi una definizione per questa prima sfida italiana con Mourinho...
«A Mourinho non devo dire niente, di lui non devo dare nessun giudizio. So che è un allenatore capace, nella sua carriera ci sono ottimi risultati, a livello di comunicazione si dimostra intelligente e molto bravo».
Ma non era stato lui a proporsi al Milan qualche tempo fa, prima di volare in Giappone?
«No, era stato il suo manager a farsi avanti. E comunque trattasi di una storia chiusa. Se volete provocare, avete sbagliato indirizzo perchè a me Mourinho sta molto simpatico. Non solo: ma ho condiviso tanti giudizi e molti comportamenti».
Qual è la sua filosofia di gioco?
«Mourinho ha allenato il Porto, il Chelsea e adesso l’Inter. Mi sembra che dinanzi a tre gruppi diversi di calciatori, sia sempre riuscito a ottenere l’assetto giusto».
Allora passiamo all’Inter: come si ferma?
«Abbiamo le idee molto chiare su cosa fare. Il derby ci offre la grande opportunità di rimediare alla falsa partenza ma dobbiamo sapere anche che giochiamo contro la squadra più temibile e anche la più forte del campionato».
Può dirci la differenza tra l’Inter di Mancini e quella di Mourinho?
«Mourinho mi sembra deciso a sfruttare la velocità del gioco e il contropiede, quella di Mancini puntava su un gioco più avvolgente».
Ha un difetto l’Inter?
«Risulta difficile trovarglielo. Per batterla il Milan deve essere al 100% della forma e comandare il gioco, con coraggio».
Il difetto del Milan è evidente: tutte le domeniche prende gol...
«Vero, abbiamo tradito problemi nella fase difensiva. Ma sta migliorando il collettivo e vedrete che alla fine del torneo, la nostra sarà una delle difese meno battute».
Il Milan vince solo di notte: un caso o c’è dell’altro?
«Se c’è dell’altro, non saprei proprio a cosa pensare».
Molti chiedono se giocherà Ronaldinho...
«Ho già fatto le mie scelte e sono pronto a darvi l’elenco dei sette sicuri di giocare. Prendete nota: Abbiati, Zambrotta, Maldini, Kaladze, Jankulovski, Gattuso, Kakà e basta qui».
E Pato?
«Non insistete».
Come sta Ronaldinho?
«Sta migliorando. Per fortuna non è stato convocato dal Brasile per cui durante la sosta potremo lavorare sodo per fargli recuperare il meglio delle sue energie».
Come sta Shevchenko?
«Sente molto partite come questa, lo vedo stimolato dall’evento, credo che possa dare un contributo importante».
Pato racconta che è stato decisivo il colloquio avuto con lei...
«Non c’è alcun segreto da svelare: gli ho solo detto che stava giocando male. E lui, da ragazzo intelligente, ha ammesso che era vero, se ne è reso conto».
Come si prepara al derby Pato?
«È tranquillo, non sente la pressione, forse per eccesso di gioventù. L’importante che dia libero sfogo alla sua velocità impressionante».
Se il Milan dovesse perdere, sarebbe fuori dallo scudetto?
«Il risultato del derby influirà solo in parte. Con sette punti dietro e 33 partite ancora a disposizione, la risposta è no, tre volte no».
In una intervista televisiva a Sky, caro Ancelotti, lei ha ammesso di aver incontrato in effetti Abramovich a Parigi mentre a il Giornale e ad altri colleghi aveva negato. Anche lei racconta frottole?
«È vero, l’ho ammesso, ho incontrato Abramovich. Ho negato subito dopo per non dare all’evento, che era tra l’altro noto a Galliani, una eccessiva importanza».
A Parigi avete parlato di calcio o anche di contratto? È vero che ha rifiutato molti soldi?
«Mai parlato di cifre o di giocatori da portare al Chelsea ma soltanto di calcio. I dettagli, naturalmente, li tengo per me».
Un astrologo ha detto...
«Non sono superstizioso e non faccio scongiuri».
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