Gli anni di piombo e della croce

Un libro ripercorre la storia della comunità ciellina nella Roma anni Settanta

Portavano il Vangelo fuori dalle chiese: nelle scuole, nei luoghi di lavoro, in università. Per questo i giovani di Comunione e liberazione erano diventati un bersaglio un po' in tutta Italia. A Roma, in quei terribili anni Settanta, la magamatica comunità ciellina fu oggetto di attacchi e minacce da destra e sinistra. I fascisti da una parte, gli autonomi dall'altra, andavano giù pesanti. Ma i ragazzi di don Giussani avevano le idee chiare: assemblee, volantinaggi, una lista di matrice cattolica catapultata come un'astronave alle elezioni in ateneo. E poi l'aiuto ai più poveri, le vacanze estive che coinvolgevano centinaia di giovani, l'incontro col dissenso dell'Est. C'è tutto questo mondo nel libro di Saverio Allevato e Pio Cerocchi La p38 e la mela, Itaca, 16 euro, un testo che colma un vuoto e racconta gli anni di piombo con gli occhi di quella presenza cristiana, l'egemonia, talvolta violenta, della sinistra nella cultura giovanile dell'epoca, ma anche il tentativo dei ciellini di rompere quel monopolio e di proporre un'esperienza viva e stimolante per quella generazione assetata di significato e di risposte. I ciellini coniugavano le grandi questioni esistenziali con i problemi di tutti i giorni, come il diritto allo studio, e questo mix, fascinoso ma concreto, calamitò molte persone. Troppe per gli estremisti, neri o rossi, che cominciarono a minacciarli e in qualche caso a sprangarli. L'episodio più grave fu però una vera imboscata terroristica, portata a termine dalle Brigate rosse il 7 dicembre 1979. Fu Mariano Romiti, maresciallo e militante del Movimento, a pagare il prezzo più alto: lui forse se l'aspettava, ma andò ugualmente incontro al suo destino di morte.

Quando cadde per terra, un terrorista si avvicinò e aprì la sua borsa convinto di trovare un'arma che avrebbe fatto comodo all'organizzazione. Invece, saltò fuori solo una mela. E gli stessi brigatisti, ci racconta Allevato, rimasero sconvolti dalla gratuità e dalla ferocia di quel massacro.

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