Gli anti Berlusca si facciano curare dal Dr. House

Ho 58 anni e un’esperienza lavorativa come imprenditore nel settore del software, creando una sw house in Aulla (Ms) che oggi è diventata l’azienda che dà più occupazione in Lunigiana, con circa 100 addetti. Se mi consente (sic!) vorrei portarle la mia testimonianza e chiederle un consiglio. Considero la televisione un mezzo abbastanza superato e rivolto alle fasce culturalmente e socialmente più deboli. Mi limitavo alla visione di trasmissioni quali quelle di Minoli, Che tempo che fa, Report, Ballarò, Annozero, Dandini&Co, Grillo, Luttazzi, Dr. House oltre ad alcuni telegiornali. Dopo l’editto bulgaro promulgato dal nostro presidente del Consiglio con il tentativo di ostracismo della quasi totalità dei conduttori delle trasmissioni di mio interesse, ho fatto tre cose: 1) mi sono abbonato a Sky; 2) ho aderito alla campagna fondativa di pre-abbonamento del Fatto Quotidiano (primavera 2009) di cui sono ancora abbonato, con l’intenzione di restarlo sino alla caduta politica di Berlusconi; 3) ho smesso di guardare Dr. House per ridurre al minimo i miei contatti con le televisioni nei confronti delle quali, con buona pace delle tante persone occupate, ritengo giusto applicare una campagna di boicottaggio dura sino alla caduta di cui sopra. Il consiglio che le chiedo è il seguente: come combattere il senso di colpa che inevitabilmente colpisce i cinquantenni come me, che in quanto classe dirigente hanno e avranno, nei confronti della storia, la grave responsabilità di aver vissuto nel pieno del ventennio berlusconiano? Cosa dirò ai miei nipoti quando mi chiederanno: ma tu cosa hai fatto per fermare Berlusconi?
Pietrasanta (Lucca)

Gentile anima in pena, non le pare di aver già fatto abbastanza per fermare Berlusconi? Di aver accumulato i meriti che orgogliosamente potrà sbandierare ai suoi nipoti? Non dico il pre abbonamento al Fatto, che è già iniziativa al limite del masochismo eroico (badi, però, che il suo proposito di disdire l’abbonamento una volta abbattuto il tiranno non farà piacere a Travaglio che vede così confermata un’amara verità. E cioè che lui e il suo «Eco delle Procure» detto altrimenti Fatto Quotidiano vivono di Berlusconi. Sparito il quale schiattano per inedia, non sapendo di cos’altro nutrirsi. Scusi la parentesi). La medaglia all’antiberlusconismo che brillerà imperitura sul suo valoroso petto è senza dubbio la rinuncia - immagino quanto dolorosa - a seguire le traversie del Dr. House. Che non so chi sia ma mi par di capire che è uno che conta. Essendo che ora l’avete buttata sulla Resistenza - la vostra contro il Cavaliere è una «guerra di liberazione», tant’è che avete «liberato» Milano e «liberato» (da chi? Dalla Jervolino?) Napoli - arrivo a dirle che nella dinamica resistenziale il voltare le spalle a Dr. House equivale, mutatis mutandis, all’attentato di via Rasella che come ben sappiamo mise in ginocchio l’invasore avendogli più che decimato la tremendissima milizia territoriale armata fino ai denti. Ciò detto, resole l’onore delle armi, mi lasci concludere che come combattenti della Resistenza antiberlusconiana siete proprio delle mezze seghe. Con rispetto parlando. Lo ammette lei stesso: vent’anni di lotta, dura e senza paura, e il Berlusca è ancora lì. Vent’anni di rinunce e sacrifici, di boicottaggi, di campagne d’odio e di palate di fango, di incursioni delle brigate togate e colpi di mano dei Santori e dei Grilli, di offensive prodiane, di guerriglie savianee, dandinesche e financo luttazziane per non parlare dei birignao di Semolino Fazio. E il Berlusca è ancora lì. Bella figura ci fate, niente da dire. Brancaleone da Norcia seppe far di meglio. Però, via, se non l’onore almeno la faccia è salva: ci avete provato, mettendocela tutta.

Potrà poi sempre consolarsi e da nonno dire ai nipotini: perché vedete, frugoletti, l’importate non è vincere, è partecipare e io partecipai (ricordi di accennar loro alla rinuncia al Dr. House. Fa sempre effetto).
Paolo Granzotto

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