Appena tornato dall’Irak muore sulla A4

Marino Smiderle

da Venezia

Le porte girevoli del destino stavolta hanno sbattuto la morte in faccia al capitano Giuseppe Perna. Dopo tre mesi passati, tra mille rischi e pericoli, a Nassirya, in Irak, l’ufficiale trentunenne della Brigata Friuli ha perso la vita in un incidente stradale lungo la A4, tra Dolo e Padova est, ieri mattina verso le 5. Con lui sono morti altri due militari, il caporalmaggiore scelto Francesco Papadia, 26 anni, di Galatina (Lecce) e il primo caporalmaggiore Massimiliano Calisti, 28 anni, di Palermo. I due commilitoni erano andati a prendere il superiore all’aeroporto di Venezia Tessera, dove era atterrato la notte scorsa.
Il tempo di telefonare ai familiari, che vivono a Firenze, per dire che era tutto a posto, che era arrivato in Italia. Restava il viaggio da fare a bordo del furgone militare Vm, dell’Esercito. Non sapeva che sarebbe stato l’ultimo. Un soldato esperto, il capitano Perna, reduce da diverse missioni all’estero. Era arrivato a Nassirya nel settembre scorso per fare l’ufficiale addetto alle operazioni. Non era sposato e viveva nella caserma di Forlì, sede del 66° Reggimento aeromobile Trieste della brigata Friuli. Ieri mattina presto i tre militari sono partiti da Venezia. Hanno preso l’autostrada e, una volta passata la barriera di Mestre, poco dopo il casello di Dolo, lo schianto. Secondo la ricostruzione della polizia stradale, il mezzo militare sarebbe stato agganciato da un furgone Opel Omega usato per il trasporto dei giornali. Alla guida c’era Mario Piga, 65 anni, di Oppeano (Verona): l’impatto è stato violento e i due mezzi si sono ribaltati più volte, finendo nella piccola scarpata a fianco della carreggiata.
I soccorritori, intervenuti poco dopo, si sono trovati davanti due furgoni irriconoscibili, con le lamiere contorte, e quattro corpi esanimi. I due soldati che erano andati a prendere il capitano Perna sono morti sul colpo, mentre l’ufficiale respirava ancora. Le cure immediate si sono però rivelate inutili e Perna è morto poco dopo. Piga, il conducente dell’Opel, è invece riuscito miracolosamente a salvarsi. È stato trasportato subito al reparto di rianimazione dell’ospedale di Mestre, dove i medici stanno facendo il possibile per strapparlo alla morte.
Il caporalmaggiore Calisti avrebbe dovuto sposarsi a luglio. Lui e Papadia avevano riposato un pochino alla caserma del 1° Reggimento Lagunari Serenissima, prima di raggiungere l’aeroporto, ieri mattina verso le 3. Hanno atteso l’arrivo di Perna (viaggiava su un aereo civile proveniente da Abhu Dhabi) e poi, con Calisti alla guida, sono partiti alla volta di Forlì. Poco dopo, lo schianto mortale.
«È una tragedia che tocca tutti noi - ha detto il comandante del Reggimento di Forlì -. Stiamo cercando di essere vicini in tutti i modi alle famiglie e di assisterle in ogni esigenza».
Proprio ieri, a Nassirya, era in programma il passaggio di consegne tra la Brigata Ariete e la Sassari. Appresa la tragica notizia della morte del cap. Perna, la bandiera sul pennone del campo italiano è stata posta a mezz’asta.

Il generale Roberto Ranucci, comandante della Ariete, ha ricordato il suo capitano con parole toccanti. I commilitoni, mentre il generale parlava, pensavano al destino che, l’ha protetto a Nassirya e che se l’è portato via lungo un’autostrada italiana.

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