Massimiliano Saccani ha tolto il disturbo dimettendosi non solo dal ruolo tecnico ma anche dallassociazione arbitrale. In pratica ha stracciato la tessera dopo una lunghissima e onorata carriera che laveva portato a esordire in B nel settembre 1999 e in A nel febbraio dellanno successivo. A provocare il clamoroso gesto, la diaspora con Collina prima e Nicchi poi. Nel corso dellultima settimana Saccani ha capito che il designatore non gli avrebbe concesso una nuova proroga per continuare a dirigere nella massima serie e il presidente dellAia non lavrebbe inserito nei quadri dirigenziali. E pensare che Nicchi, appena eletto, aveva permesso a Dondarini, Farina e Ayroldi di passare subito dal campo alla scrivania.
A questo punto lingegnere di Mantova, che alla fine della stagione 2008-09 era stato considerato il miglior fischietto con Morganti, ha sbattuto la porta ed è uscito dalla comune. A gioco lungo ha pagato la miopia e il clientelismo di chi, in passato, non lha inserito nel gruppo degli internazionali. Lui come Morganti. Il regolamento è drastico. Se un arbitro non ha ricevuto la nomina nel giro di 10 stagioni, può restare in attività solo con una proroga ad hoc. Che Collina lavesse scaricato, lo si era capito dalle designazioni, in questo campionato gli ha affidato solo un match importante, Juventus-Inter.
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