Lingiustizia che abbiamo commesso è il fardello che ci grava sulle spalle, un qualcosa che portiamo perché ce ne siamo fatti carico. Questo in contrapposizione al concetto cristiano di peccato, secondo il quale lingiustizia è emersa da noi, permane in noi come peccato e avvelena lorganismo interno che era già potenzialmente infetto, cosicché abbiamo bisogno della grazia e della remissione, non per essere sgravati, ma per essere purificati.
Il fardello che ci siamo caricati da soli sulle spalle può togliercelo soltanto Dio. Mai i cristiani. Il perdono si dà soltanto fra individui che per principio sono fra loro qualitativamente separati, quindi: i genitori possono perdonare i figli finché sono bambini, in virtù della loro superiorità assoluta. Il gesto del perdono distrugge luguaglianza e con ciò il fondamento delle relazioni umane in modo così radicale che, in realtà, dopo un tale atto, non dovrebbe essere più possibile alcuna relazione. Il perdono fra gli uomini non può che voler dire: rinunciare a vendicarsi, tacere e passare oltre, il che significa: il commiato fondamentale - mentre la vendetta rimane sempre presso laltro e precisamente non rompe la relazione. Il perdono, o ciò che comunemente così chiamiamo, è in verità soltanto un procedimento fittizio, nel quale luno si atteggia a superiore, mentre laltro esige qualcosa che gli uomini non possono né darsi né togliersi fra loro. Il procedimento fittizio consiste nel fatto che luno, che si presenta come privo di carico, sembra addossarsi il fardello dellaltro.
La riconciliazione, invece, ha origine nel rassegnarsi a ciò che è accaduto. Questo va distinto dalla gratitudine basilare per ciò che è dato. Con ciò che è accaduto, poiché si dipana temporalmente come destino, devo innanzitutto riconciliarmi, mentre a ciò che è dato, così come a me stesso, in quanto sono stato dato a me stesso e non mi sono fatto da me, devo rassegnarmi una volta per tutte. Questo rassegnarsi può svolgersi nel modo della gratitudine fondamentale - cioè che per me vi sia qualcosa come lessere - o nel modo del risentimento fondamentale - cioè che lessere sia qualcosa che io non posso fare da me e non ho fatto.
La riconciliazione con laccaduto è possibile soltanto sulla base della gratitudine per ciò che è dato. La riconciliazione con laltro non è un procedimento fittizio, poiché non finge di compiere limpossibile - non promette lo sgravio dellaltro e non simula il proprio -; però, in compenso, anche nella riconciliazione accade disperatamente poco: colui che si riconcilia si carica volontariamente sulle spalle il fardello che laltro porta comunque. Il che significa che ristabilisce leguaglianza. Per questo la riconciliazione è lesatto contrario del perdono, che stabilisce lineguaglianza. Il fardello dellingiustizia è, per colui che lha compiuta, ciò che egli stesso si è caricato sulle spalle; mentre, per colui che si è riconciliato, è ciò che gli era toccato.
Sulla base del peccato originale tutto assume, naturalmente, un altro aspetto. In questo caso, forse il perdono è possibile, in quanto è solo lesplicito riconoscimento del siamo-tutti-peccatori, dunque in quanto sostiene che chiunque avrebbe potuto fare qualsiasi cosa, stabilendo così uneguaglianza - non di diritti, bensì - di natura: il fariseismo è quindi la pretesa di non voler riconoscere leguaglianza fra gli uomini.
In quanto opposti fra loro corrispondenti, perdono e vendetta si coappartengono. Chi perdona rinuncia a vendicarsi, poiché anche lui avrebbe potuto essere colpevole. Chi si vendica non desidera perdonare, poiché può fare la stessa cosa che è stata fatta a lui. Si tratta di una sorta di solidarietà negativa che scaturisce dal peccato originale, ovvero dallidea che siamo tutti nati avvelenati.
Lopposto corrispondente della riconciliazione è lo sguardo distolto - tacere e passare oltre. La riconciliazione si riconcilia con una realtà, indipendentemente da ogni possibilità. Nemmeno la vendetta può semplicemente cancellare la realtà, ma la supera, trasformando istantaneamente la realtà del subire in re-azione. La reazione è verosimilmente lestremo opposto dellazione. Da questo momento in poi, tutto si svolge nellambito puramente soggettivo, re-attivo. Esattamente lo stesso vale per il perdono, che in più - tanto nelle intenzioni di colui che concede il perdono quanto di colui che lo chiede - fa il tentativo ibrido di far sì che laccaduto non sia accaduto.
In altre parole, nel perdono e nella vendetta ciò che laltro ha fatto diventa ciò che avrei potuto fare io stesso, o meglio ciò che posso fare. Nella riconciliazione o nel passare oltre, ciò che laltro ha fatto diventa ciò che mi è semplicemente accaduto e che posso accettare o a cui, come in ogni invio destinale, posso sfuggire. Lessenziale è il fatto che le realtà non vengono ritrasformate in possibilità e che, daltra parte, non ha luogo alcuna autoriflessione sul proprio poter-diventare-colpevole.
Detto in termini politici, la riconciliazione instaura un nuovo concetto di solidarietà. Allinterno del mondo cristiano, lalternativa fra il perdono - ovvero la rinuncia cristiana a qualsiasi azione nel mondo - e la re-azione della vendetta è infatti inevitabile.
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