Arinox, uno sviluppo d’acciaio contro la crisi

Arinox, uno sviluppo d’acciaio contro la crisi

Un investimento di sessanta milioni di euro per lo stabilimento Arinox di Sestri Levante. Alla faccia della crisi, Giovanni Arvedi, presidente di Finarvedi, non ha badato a spese per le nuove linee di produzione per la laminazione di acciaio inox, inaugurate ieri alla presenza del ministro dello sviluppo economico Claudio Scajola, operai e autorità d'ogni ordine e grado. Dall'89 a Sestri, dalla chiusura della tubifera e 900 uomini da occupare: «Vent'anni fa ho raccolto la sfida dei sindacati - aggancia Arvedi - Oggi abbiamo raggiunto competenza e tecnologia di altissimo livello». Unica azienda in Italia a realizzare e commercializzare il nastro di precisione in acciaio inox, fra le prime cinque in Europa, punta alla classifica mondiale. Step successivo? «Incrementare del 20 per cento le quote di mercato. Proprio nella tradizione siderurgica di questa regione abbiamo scelto la laminazione, quella più difficile e con il prodotto più costoso». Poi il legame sentimentale: «Papà comprava il ferro solo in Liguria e le nostre vacanze erano tra Varazze e Bordighera». Cento milioni di euro di fatturato, il 50 per cento delle auto in Europa viaggia con pezzi Arinox, 70 per cento di esportazioni all'estero, 240 dipendenti e cento giovani inseriti. Con le nuove linee a triplicare la capacità produttiva e consentire l'incremento del 25 per cento dei livelli occupazionali. «Un giorno di festa in questo momento di crisi - plaude Scajola - Qui con tenacia, lungimiranza e intraprendenza Arvedi è arrivato all'eccellenza di prodotto. Puntando su tecnologia e innovazione l'azienda è diventata il gioiello della nostra siderurgia, salvaguardando l'ambiente». Poi la virata sulla congiuntura economica e il colpo di reni di un Paese che dà il meglio proprio nelle difficoltà: «Siamo entrati nell'economia mondiale in una posizione bassa di classifica, ma alla fine della crisi saremo piazzati meglio perché il nostro sistema riesce ancora a tenere».

Quindi l'appello: «Bisogna investire, con la garanzia che non manchi il credito all'impresa e ci siano risorse per gli ammortizzatori sociali. Credo che la Liguria possa scrivere una pagina di ripresa sull'industria se saprà sburocratizzare. Chi intraprende fa economia, crea posti di lavoro, non specula».

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