ARTE ITALIANA I pittori alla riscossa

Facciamo un gioco. Prendiamo un quadro figurativo realizzato negli ultimi quarant’anni e collochiamolo in tre posti diversi, in un ristorante, in una galleria commerciale, in una galleria di tendenza. L’opera sarà sempre la medesima, gli effetti proprio no. Nel primo caso potremmo persino dubitare trattarsi di arte, nel secondo la considereremmo con sufficienza, nel terzo verrebbe certamente adottata dagli «specialisti». Poiché nel contemporaneo il vero discrimine è dato dal contesto, proprio la pittura, nei secoli considerata «arte per eccellenza», si trova oggi costretta a riguadagnare la posizione. In seguito all’accettazione del ready made come forma di espressione privilegiata, chi sceglie di dipingere immagini realistiche non può essere considerato artista in automatico. Nelle accademie, nelle gallerie, nei musei a qualsiasi oggetto, installazione, frammento, video è garantita la patente di artisticità. Alla pittura no: deve presentare determinate caratteristiche e quali siano non è poi così chiaro.
Una mostra che identifichi l’arte italiana da fine anni Sessanta al 2007 in toto con «i quadri» è una provocazione culturale che non può e non deve essere liquidata semplicisticamente con «bello» o «brutto». Fin dall’immagine di copertina del catalogo (Skira) il curatore Vittorio Sgarbi pone due interessanti questioni. Intanto la scelta di Domenico Gnoli determina una precisa coordinata teorica che influenzerà l’intero percorso: ovvero, la predilezione per un’arte irrealista, fantastica, onirica, e allo stesso tempo fortemente antropocentrica, le cui radici vanno rintracciate in una storia «altra», dal Surrealismo alla Metafisica, dal Realismo Magico al tardo Liberty, e che ha tra le sue figure di riferimento critico Arcangeli, Carluccio, Testori. L’altro dato di spicco è l’asse temporale. Punto di partenza di quest’avventura il 1968, da dove prende il largo il principio di un pensiero ideologico trasferito nell’estetica. Dalle promesse del movimentismo si giungerà a un’arte di regime, di cui l’Arte Povera è la massima espressione, da barricadiera presto trasformatasi in mero sistema. Ciò che non rientra, cancellato, quasi non fosse mai esistito.
In un contesto del genere occuparsi di pittura significa optare per un campo aperto, contraddittorio, magmatico, libero da pregiudizi, imperfetto e soprattutto plurale. Un paesaggio dove vanno ricercate le eccezioni, non le regole. E allora potranno convivere l’eredità del fantastico (Clerici, Sughi, Ferroni) e le contaminazioni con l’area concettuale (Isgrò, Boetti, Salvo), la pop (romana e milanese) e il naturalismo di scuola morlottiana (e la superba eresia di Mattia Moreni). Per proseguire negli anni ’80, dove accanto alla Transavanguardia e a San Lorenzo, Sgarbi colloca senza difficoltà gli anacronisti (che tutti incensavano allora e oggi sembrano dimenticati), i citazionisti, gli iperrealisti alla Ventrone, il genio isolato del minimalismo mediterraneo Pietro Guccione, ma soprattutto ribadisce l’importanza del fumetto e dell’illustrazione per le generazioni successive. Jacovitti, Pratt, Crepax e Pazienza influenzeranno, con la loro disinvoltura e il recupero delle culture basse, molta produzione pittorica dagli anni Novanta a oggi (il medialismo di Pusole e Montesano, il realismo fotografico di Galliani, il neograffitismo di Ozmo, Arruzzo, Bros). E se lo stesso decennio ha visto imporsi la qualità silenziosa, umbratile, di una nuova scuola milanese, sironiana e testoriana, in Pignatelli, Frangi, Velasco, il XXI secolo registra il ritorno dei visionari, come Beninati, Verlato, Di Piazza. Una mostra che non fa tendenza ma segna una persistenza, sviluppando un percorso tra alti e bassi, figure di primo piano e comprimari, non applicando il principio della selezione secondo regole scontate, ma offrendosi allo sguardo del pubblico lasciandolo libero di giudicare.

E «libertà» è un termine che si sposa sempre più raramente all’arte.
LA MOSTRA
«Arte italiana. 1968-2007 Pittura» Milano, Palazzo Reale fino all’11 novembre. Orari: 9.30-19.30; lunedì 14.30-19.30; giovedì fino alle 22.30. Info: 02 80509362.

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