(...) Ci sembra sufficiente per ricevere un po più dattenzione». Invece, ribadisce Caprioni, si stava meglio prima: «E pensare - sottolinea con una punta di sarcasmo - che quando ha vinto l'attuale coalizione, nello scorso anno, il giudizio è stato quasi unanime: e cioè che noi, etichettati schematicamente come più vicini al centrosinistra, saremmo stati favoriti, e a De Ferrari e in via Fieschi avremmo avuto solo interlocutori amici...». Vuoi vedere che la Cna «rossa» rimpiange i tempi dei «nemici reazionari», di Sandro Biasotti e del suo assessore Giacomo Gatti? Caprioni precisa: «Lasciamo perdere etichette e luoghi comuni, ormai sorpassati e improponibili. La verità è unaltra: non si tratta di preferire pregiudizialmente la destra o la sinistra. Ma è anche vero che con Gatti, ad esempio, abbiamo sempre dialogato benissimo». Ora la situazione è completamente cambiata. E la Cna vuole mettere sotto processo i vertici della Regione, a cominciare dallassemblea pubblica di oggi. «Intendiamoci - insiste Caprioni -: anche con lattuale assessore Renzo Guccinelli i rapporti sono formalmente ottimi. Ma è la strategia complessiva che manca, e quindi il problema va oltre Guccinelli e investe direttamente il presidente della giunta». Il quale - aggiunge Damiano - si dedica preferibilmente ai problemi della portualità, del ridisegno del water front, del progetto Erzelli, della floricoltura, «tutti importanti, per carità. Ma questo non significa dover ignorare sistematicamente le istanze degli artigiani che, fino a prova contraria, rappresentano una parte fondamentale del tessuto economico del territorio».
Burlando, comunque, avrà modo di correggere il tiro fin da subito: oggi stesso, dalla tribuna dellassemblea annuale della Cna, cui è stato invitato a partecipare. «Il tema di questanno - spiega il segretario ligure degli artigiani - è dedicato proprio al confronto con lamministrazione regionale. Vogliamo capire bene il perché di quellatteggiamento che noi definiamo di distrazione nei nostri confronti. E allora chiediamo, innanzi tutto: più considerazione, piani specifici e il mantenimento dei fondi comunitari». Nel quadro strategico regionale, insomma, devesserci posto per le piccole e medie imprese e l'artigianato. «Siamo molto perplessi sull'affresco degli anni a venire - insiste ancora Damiano -. A noi servono accesso al credito, infrastrutture, semplificazione nelle autorizzazioni e snellimento della burocrazia, oltre che piani per l'innovazione che però va fatta segmentando i bisogni». Caprioni critica anche l'erosione provocata ai fondi regionali dal settore sanitario: «La sanità si mangia tutto e non restano molte risorse per lo sviluppo economico». Lo stesso disagio, sempre secondo Caprioni, si avverte «in Piemonte e in Lombardia, legate in passato, come la Liguria, alla grande industria. Ma qui in Liguria - conclude amaramente - la crisi con le istituzioni è ancora più accentuata». Infine un ultimo messaggio.
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