AssaIto al palazzo presidenziale: Saleh ferito, è all’ospedale

Sanaa Una giornata di violenti scontri in Yemen, che hanno provocato 50 morti nella capitale e 2 morti e 22 feriti a Taez nel sud Yemen. Ma soprattutto è stato attaccato con bombe il palazzo presidenzale. Tutto è iniziato nella notte con combattimenti casa per casa nella capitale Sanaa nel distretto di Al-Hasaba tra le forze filo governative e i miliziani della tribù dissidente degli Hashid, passata a marzo con i rivoltosi che da gennaio chiedono la fine della presidenza di Ali Abdullah Saleh, al potere dal 1978. Nel corso della mattina le forze fedeli a Saleh hanno raso al suolo l’abitazione dello sceicco Sadiq al-Ahmar, capo della tribù degli Hashid e poco dopo il presidente yemenita è stato ferito: nel bombardamento della moschea interna al palazzo presidenziale mentre stava pregando secondo alcune fonti, mentre cercava di fuggire secondo altre.
Nell’attacco sono morte sette persone e sono stati feriti l’imam della moschea, il presidente del Parlamento, il primo ministro e il suo vice. La sorte di Saleh è stata a lungo incerta: la tv di opposizione Suhail l’aveva dato per morto, ma la notizia è stata smentita dal viceministro dell’Informazione, che aveva anche preannunciato un intervento del presidente davanti alla stampa.

Questo intervento però non c’è stato, ed è stato annunciato che il presidente «è stato ricoverato all’ospedale in seguito a una lieve ferita alla testa». Solo a tarda sera Saleh ha rilasciato un messaggio audio, denunciando l’azione di «una banda di criminali».

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