«Un atto non previsto dalla legge La motivazione è solo politica»

«Un atto non previsto dalla legge La motivazione è solo politica»

Anna Maria Greco

da Roma

«Sono davvero sorpreso. È la prima volta che leggo su un giornale un avviso di fissazione di udienza preliminare, quando tutte le parti sono identificabili. È un’iniziativa singolare: non ha precedenti e non è prevista dal codice. Può avere solo una spiegazione politica». Andrea Antonio Dalia, ordinario di Procedura penale all’università di Salerno, rigira tra le mani il Corriere della Sera e non trova giustificazioni a quelle 4, costosissime pagine.
Professore, il gup Paparella cita l’articolo 155 del codice di procedura penale. Perché lei dice che non riguarda questo caso?
«Basta leggerlo. Il pubblico annuncio alle persone offese è previsto se non possono essere tutte identificabili o se sono troppo numerose. Ma qui parliamo dei soci di una società per azioni, Mediaset, e tutti i nomi risultano nel Libro dei soci. Anche se negli anni sono variati, rimangono identificabili. È un caso ben diverso da quello della truffa in tv di cui è stata accusata Wanna Marchi: allora c’era la necessità di individuare possibili vittime, che non avevano fatto denuncia ma potevano agire sapendo che era in corso un procedimento».
Il Gup cita anche il caso di una truffa di auto che coinvolgeva 1.500 persone.
«Anche questo caso mi sembra diverso, per l’impossibilità di identificare tutte le persone offese. Stavolta, parlerei di uso improprio di una forma eccezionale di notificazione, riservata a situazioni ben diverse».
E perché quest’uso improprio, a suo parere?
«Per dare maggiore risalto a questo procedimento. Mi pare ovvio che si sia voluta pubblicizzare al massimo l’accusa al presidente del Consiglio. Anche se non c’era necessità d’informare il pubblico, ma solo gli interessati. Un avviso così si giustifica se si deve rendere pubblica ad esempio una condanna o un fallimento, ma un’udienza preliminare può concludersi con il proscioglimento. L’imputazione è un dato provvisorio, che interesse c’è nella sua pubblicizzazione?».
E se fosse per il numero elevato degli interessati?
«Allora il giudice dovrebbe aver valutato i due preventivi di spesa, quello della notifica ordinaria e quello attraverso i media. E mi sembra inverosimile che economicamente possa essere vantaggioso il secondo».
Si parla di 180mila euro, una cifra rilevante.
«Che non si giustifica. Anche se nel caso di Berlusconi credo che le spese giudiziarie siano arrivate a ben altri livelli per procedimenti chiusi con un nulla di fatto».
Chi pagherà questi soldi?
«In caso di condanna le spese sono a carico dei colpevoli, ma se c’è il proscioglimento o una pena concordata tocca allo Stato. E c’è da chiedersi se esistono fondi stanziati presso gli uffici giudiziari per questo tipo di pubblicazione, non equiparabile a quella di condanna o di fallimento».


Sempre il Gup spiega che se la parte offesa non viene informata può intervenire la nullità dell’avviso dell’udienza preliminare.
«Non è così. Una consolidata giurisprudenza della Cassazione esclude che l’imputato possa eccepire la mancata notifica. Ed è già insolito che un giudice avverta la necessità di giustificare la sua scelta».

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