Banca d’Inghilterra «Crisi sottostimata» Sterlina-euro verso la parità

Dopo la Federal Reserve, anche la Banca d’Inghilterra recita il mea culpa: ««Non pensavamo che sarebbe stata una crisi così severa», ha ammesso ieri il vicegovernatore John Gieve. Le ripercussioni sulla sterlina sono state immediate, con la parità nei confronti dell’euro sempre più vicina (minimo di 0,9524 pound). I commenti di Gieve sono stati interpretati dagli operatori come il segnale che alla Banca d’Inghilterra stia crescendo la preoccupazione sulle prospettive economiche del Paese mentre stanno crescendo le probabilità di un’inflazione che sarà troppo bassa per un periodo troppo lungo. La sterlina si è indebolita nella convinzione che la banca sarà costretta a tagliare ulteriormente i tassi. Un’ipotesi peraltro non esclusa dall’altro vicegovernatore dell’istituto, Charles Bean: «Dobbiamo riconoscere che è una possibilità». Per il Regno Unito la svalutazione della sterlina degli ultimi mesi ha oramai raggiunto una dimensione storica.

Con una perdita del 23% rispetto a un paniere delle principali valute, secondo i dati della stessa Boe. Una perdita paragonabile a quella del 1931 quando Londra fu obbligata ad abbandonare la convertibilità in oro della sterlina con un crollo del 24% nei confronti del dollaro.

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