Bartolomé Fernandes

Nacque a Lisbona nel 1514. Si fece domenicano col nome di fra Bartolomeo dei Martiri. Dopo la laurea in teologia e l’ordinazione sacerdotale insegnò nei collegi del suo ordine, diventando un maestro famoso. Nel 1557 fu eletto priore del convento di Benfica, a Lisbona. La sorella di Carlo V, Caterina, a quel tempo era reggente in nome del figlio Sebastiano I. Fu lei a proporlo al papa Paolo IV come arcivescovo di Braga nel 1559. L’anno seguente, il Fernandes fu convocato alla terza fase del Concilio di Trento, che raggiunse dopo quasi due mesi di viaggio. Ci trovò solo due legati pontifici e dieci altri vescovi, perché la drammatica situazione politica internazionale non permetteva di più. Si collegò epistolarmente col cardinale s. Carlo Borromeo, che teneva i contatti con Roma, e subito prese di petto la questione dell’obbligo di residenza dei vescovi nelle rispettive diocesi. Era un argomento molto spinoso, perché a quel tempo i vescovi erano anche titolari di cariche politiche. Nel 1563 il Fernandes si recò a Roma, dove incontrò il papa e il Borromeo, di cui fu ospite. Pare che quest’ultimo, indeciso se farsi monaco o meno, si sia fatto consigliare da lui. Tornato a Braga nel 1564, subito il Fernandes si diede ad applicare i decreti conciliari, facendo costruire il primo seminario secondo le direttive tridentine.

Nel 1582 si dimise da arcivescovo e si ritirò nel convento domenicano di Viana do Castelo, che lui stesso aveva fondato nel 1561. Qui morì nel 1590. Durante la sua vita scrisse oltre trentadue opere, una delle quali s. Carlo Borromeo teneva sempre con sé.

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