Giorn-di-bordo

Benetti, è qui la Grande Bellezza

Con il terzo gigayacht Vitelli & Fusignani lanciano la sfida a tedeschi e olandesi

Antonio Risolo

da Livorno

Si apre la nuova era della costruzione dei giganti del mare. La mission impossible tentata da Paolo Vitelli & Franco Fusignani - dall'esito non proprio scontato - si è conclusa come meglio non avrebbe potuto. Scommessa vinta e guanto della sfida lanciato ai grandi player del nord Europa.

Con il varo del terzo gigayacht in cento giorni - destinato a un armatore australiano - Benetti mostra i muscoli a un segmento particolare della nautica da diporto, «molto ghiotto» come lo ha definito Paolo Vitelli, il presidente-fondatore del gruppo Azimut-Benetti.

Per la cronaca, l'impresa memorabile coincide con il cinquantesimo anniversario del gruppo di Avigliana, celebrato a Livorno con il varo di Fb275, appunto, gigayacht di 108 metri, largo 14,5, con un pescaggio di appena 4,5 metri. Cento di questi giorni, viene da dire.

Scafo in acciaio e sovrastruttura in alluminio, Fb275 ha un serbatoio carburante di 345mila litri per un'autonomia di 6.500 miglia nautiche a una velocità di 14 nodi. Le linee esterne sono firmate dallo studio inglese Rwd, gli interni sono opera del team Benetti. Già leader mondiale - con Azimut Yachts - nella costruzione di yacht oltre i 24 metri, il glorioso marchio fondato nel 1873, oggi varca la nuova frontiera del lusso.

«Con il varo di Fb275 - dice Paolo Vitelli - riteniamo conclusa la prima fase della Benetti Giga Season. Ma vorrei ricordare che oggi nel mondo si stanno costruendo 18 navi oltre i cento metri e ne vengono consegnate 4 all'anno. Noi ne abbiamo varate tre, quindi nel 2019 potremmo coprire il 75% delle consegne mondiali. Indietro non si torna: conclusa questa prima fase vogliamo costruire un gigayacht all'anno».

I cento giorni di Benetti sono decisamente il capolavoro di Franco Fusignani, amministratore delegato della Business Line: «Il grande risultato raggiunto - il suo commento - è stato possibile grazie a un cambio di ritmo e a una nuova organizzazione, in cui tutti hanno lavorato con armonia e grande impegno. Quello che ci rimane dopo questa prima fase è una nuova cultura aziendale. Ma rimane anche un eccellente lavoro di squadra: il varo di tre gigayacht in cento giorni è un traguardo incredibile. Dietro questa scommessa c'è un piano finanziario ambizioso, fatto di investimenti importanti in infrastrutture, organizzazione e sicurezza delle persone. Basti dire che i due nuovi capannoni di Livorno sono costati 18 milioni di euro».

L'impresa è stata portata a termine dopo una pausa di riflessione: «Ma poi - aggiunge Paolo Vitelli - abbiamo deciso di gettare il cuore oltre l'ostacolo. Il nuovo management, un team più forte e l'entusiasmo ritrovato ci hanno dato la spinta per quel cambio di marcia che poi ha decretato questo incredibile successo. Detto questo, ora aspettiamo i cinesi. Potrebbero essere i nuovi russi di dieci anni fa...».

Vitelli, infine, esclude una eventuale quotazione in Borsa: «La proprietà - taglia corto - resterà in famiglia anche per le due prossime generazioni».

I numeri. Azimut-Benetti ha chiuso l'anno fiscale 2017-18 con un valore della produzione pari a 850 milioni di euro e un ebitda adjusted pari a 55 milioni. Successi a cui si aggiungono le ottime performance delle altre società del Gruppo: Fraser Yachts, Lusben, Yachtique e le Marine.

Benetti stima per il 2018-19 una crescita del 75% per numero di imbarcazioni in produzione (da 12 a 21 unità), mentre la produzione prevista per i prossimi 12 mesi tra Viareggio e Livorno ammonta a 32 yacht dai 29 ai 100 metri e oltre.

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