Cronache

Beni sequestrati alla mafia: "Cifre astronomiche"

Il nuovo censimento degli immobili e delle aziende tolte alla criminalità organizzata arriva a diversi miliardi di euro. Ma in molti chiedono la revisione del sistema di riassegnazione delle proprietà

"Cifre astronomiche": è così che gli inquirenti descrivono il valore dei beni sequestrati e confiscati alla mafia. Alla fine del 2013 risultavano più di 13mila, tra immobili e aziende, quelli definitivamente confiscati alla criminalità organizzata. Le aziende sono circa 2mila. Il 43 per cento si trova in Sicilia, il 15 per cento in Campania, il 14 per cento in Calabria, il 9 per cento in Puglia e il restante 19 per cento è distribuito nelle altre regioni. Tra queste, quella con più beni confiscati è la Lombardia.

Cifre importanti. Il tenente colonnello della Guardia di finanza Marco Letizi, ex responsabile per la Sicilia dell'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata che ha appena pubblicato un volume proprio su I beni confiscati, parla di un patrimonio che si aggira attorno ad alcuni miliardi di euro. Se poi si contano i beni ancora in sequestro e in confisca non definitiva, si raggiungono, spiega Letizi, "cifre astronomiche".

Ma il sistema di confisca dei beni è considerato fragile dagli esperti, che chiedono interventi urgenti. Il presidente della commissione parlamentare Antimafia, Rosy Bindi, nei giorni scorsi è tornata a sollecitare il completamento del consiglio di amministrazione dell'Agenzia per i beni confiscati e ha sottolineato che serve "una riorganizzazione, di personale e risorse". Il deputato Davide Mattiello (Pd), in un'interrogazione presentata al ministro dell'Interno Angelino Alfano, ha dichiarato che "la paralisi dell'Agenzia è dovuta anche alla mancata nomina dei nuovi membri del Consiglio direttivo, nomine che dipendono dai ministri dell'Interno, della Giustizia e dell'Economia".

"Come è possibile? - chiede Mattiello, membro della commissione Antimafia -. Eppure tutti a parole insistono sulla centralità dell'utilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie, nella lotta contro il crimine organizzato". "Vorremmo l'anagrafe dei beni confiscati - dice il procuratore nazionale Antimafia, Franco Roberti - è impensabile poter continuare a gestire questi beni senza un'anagrafe. Ed è indispensabile e urgente un albo degli amministratori giudiziari".

"L'Agenzia nazionale - afferma Letizi - non può rimanere ciò che è. È uno degli strumenti più intelligenti che siano stati concepiti dal dopoguerra ad oggi e porta su di sé un'enorme responsabilità. Immagino un'Agenzia caratterizzata da una struttura snella, in ipotesi sotto la vigilanza della Presidenza del Consiglio, depurata delle sedi secondarie, che l'hanno appesantita e resa una duplicazione indebolita di ciò che era, depurata dall'eccessiva burocrazia e che si avvalga di figure professionali altamente specializzate".

Tra le proposte, anche quella di consentire all'Agenzia nazionale di trasferire i beni immobili confiscati direttamente al mondo dell'associazionismo (associazioni, onlus, cooperative) e non solo, come avviene oggi, in via mediata attraverso gli enti territoriali, velocizzando così le procedure di destinazione.

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