Mondo

Berlino vuole la religione a scuola: referendum

"Basta lezioni di etica". Ad aprile la consultazione popolare: raccolte 250mila firme di evangelici e cattolici, appoggiati da ebrei e musulmani. Nel 2006 una legge introdusse l'insegnamento unico purché fosse laico

Berlino vuole la religione a scuola: referendum

Pierluigi Mennitti

Berlino - I rinforzi arrivavano la domenica. Nel giorno del Signore, per tutto l'inverno, Wolfgang Huber, il vescovo berlinese della Chiesa evangelica, terminata la predica si stringeva nel cappotto nero per spingersi fin sull'Alexanderplatz a dare una mano ai banchetti per la raccolta delle firme. In questo modo l'organizzazione Pro Reli è riuscita a raccogliere oltre 250mila sottoscrizioni per sottoporre a referendum la proposta di reintrodurre l'ora di religione nelle scuole superiori, a partire dal settimo anno di studio. Di firme ne sarebbero bastate 170mila, ma l'attivismo di Pro Reli e soprattutto il supporto aperto e diretto delle due Chiese, quella cattolica e quella evangelica, hanno fatto superare in volata il minimo necessario. Ora si vota. Il 26 aprile Berlino torna alle urne, esattamente un anno dopo il fallimento di un altro referendum che aveva diviso la città, quello per il mantenimento dell'aeroporto di Tempelhof.

Questa volta si tratta di religione. Nel mirino, la legge approvata dal Senato cittadino nel 2006, che introduceva l'esclusiva delle lezioni di etica: una sorta di educazione civica nella quale trovano spazio anche le storie delle religioni, raccontate però in maniera neutrale e asettica. Il governo locale, guidato da una coalizione di socialdemocratici e sinistra radicale (Spd-Linke), la ritiene ancor oggi la soluzione adeguata per trattare argomenti religiosi in una città multiculturale come Berlino, dove la presenza di studenti di origine musulmana è molto forte, il sentimento religioso debole e gran parte dei cittadini della metà orientale si professa atea. Alla prova dei fatti, le lezioni di etica non sembrano aver sviluppato quella tolleranza che i suoi sostenitori si proponevano e la conoscenza delle religioni è rimasta nell'angolo. Su questo puntano i promotori del referendum che non propongono di abolire l'etica, più semplicemente di aggiungere la scelta di frequentare vere e proprie lezioni di religione.

Dalle parti di Pro Reli sembrano avere le idee chiare. Ideatore del gruppo è Christoph Lehmann, avvocato quarantaseienne dal sorriso gioviale, cattolico, legato alla Cdu. E, ovviamente, nato e cresciuto a Berlino ovest, con un avviato studio professionale sulla Kurfürstendamm, il simbolo di quella che negli anni della Guerra fredda fu la vetrina dell'occidente. «Ci muoviamo evitando ogni tipo di strumentalizzazione politica - ha ripetuto per tutti questi mesi - e la nostra proposta non si ferma solo alle confessioni cristiane: vogliamo che ogni studente possa scegliere fra la lezione di etica e una regolare lezione di religione, sia essa cattolica, evangelica, ebraica o musulmana». È il punto che più mette in difficoltà i suoi avversari. «La tolleranza è possibile solo quando si conosce a fondo la propria religione, evitando i fondamentalismi dei cattivi maestri».
Inevitabile, tuttavia, scivolare sul terreno politico. Il sindaco Wowereit non vede di buon occhio l'iniziativa e il Senato è riuscito a evitare l'abbinamento con il voto europeo di giugno. Spera nell'astensionismo: perché il referendum sia valido occorre che si rechino alle urne almeno 600mila elettori. D'altronde la geografia delle firme raccolte ricalca la divisione della città: alta nei quartieri occidentali, molto bassa in quelli orientali.

Ma anche la Cdu aveva mosso i suoi passi e l'ex capo del partito berlinese Pflügel era riuscito a strappare dal Papa, lo scorso ottobre a Roma, un messaggio di augurio alla Pro Reli.

Commenti