Berlusconi sprona gli azzurri: «Io al 63%, Prodi in picchiata»

Gli ultimi sondaggi del Cavaliere: «Il partito è al 31,3%». Sulla riforma elettorale: il bipolarismo non si tocca

Berlusconi sprona gli azzurri: «Io al 63%, Prodi in picchiata»

da Roma

Il luogo, Villa Certosa, residenza estiva di Silvio Berlusconi. L’occasione, fare il punto della situazione politica e definire la strategia d’autunno. L’imperativo finale, rilanciare la Cdl. Ed è così che si è svolto ieri il vertice dello stato maggiore di Forza Italia, un vero e proprio summit azzurro durato quasi otto ore. Per l’occasione, ad arrivare a Villa Certosa un parterre degno delle grandi occasioni: Paolo Bonaiuti, Gianni Letta, Giulio Tremonti, Giuseppe Pisanu, Claudio Scajola, Renato Schifani, Fabrizio Cicchitto, Denis Verdini e Mario Valducci. Assenti giustificati il coordinatore nazionale Sandro Bondi (malato) e il capogruppo a Montecitorio Elio Vito (novello sposo in luna di miele).
Sono circa le 11 quando i primi parlamentari di Fi arrivano a Porto Rotondo: c’è chi è partito da Ischia come Bonaiuti, chi da Albenga come Scajola o chi direttamente dalla capitale come Fabrizio Cicchitto. L’odg del vertice azzurro era stato stilato già da qualche giorno (limato fino alla sera prima), inserendo tutti i punti importanti per il partito di via dell’Umiltà. Si parte dai sondaggi, presentati ai suoi dallo stesso Berlusconi: «Gli ultimi indici di gradimento mi danno al 63% e Prodi in caduta libera». Sul tavolo ci sono poi i temi di più stretta attualità, come la protesta fiscale lanciata dalla Lega e la riforma della legge elettorale. Sino ad arrivare agli argomenti di più ampio respiro, come le prospettive del governo Prodi e le possibili contromosse del centrodestra. Passando anche per la questione che, nei giorni scorsi, ha agitato parecchio le acque di Forza Italia: il «Partito della Libertà». Il presidente di Fi ribadisce innanzitutto «la centralità di Fi», aggiungendo che il progetto «può tornare utile in futuro, nel caso in cui, se dovesse passare il referendum, i partiti alleati si convincessero della necessità di unirsi sotto un unico grande partito dei moderati».
Appena arrivati, gli esponenti azzurri sono stati accolti dal padrone di casa, il quale, calandosi nelle vesti di Cicerone, li ha accompagnati a fare un giro nel parco, mostrando le bellezze, ormai rinomate, di Villa La Certosa. C’è stata quindi una prima «sessione di lavoro». Un break per una breve colazione servita ai bordi del lago artificiale della residenza. Dopo di che, di nuovo al lavoro, dritti fino alle sette di sera.
Tra i primi temi trattati, racconta chi era presente alla riunione, quello della legge elettorale, spiegando che «Berlusconi ha dato mandato di verificare se vi siano margini per una riforma della legge elettorale, ponendo come unica condizione il mantenimento del bipolarismo». Poi, un altro tema caldo: la questione fiscale. «Il partito di via dell’Umiltà - racconta uno dei colonnelli azzurri - è molto preoccupato per come viene gestito il nodo delle tasse da parte di questo esecutivo». Per questo motivo, «abbiamo discusso su come si possa rispondere alle richieste dei nostri elettori e, più in generale, dei cittadini, su come fermare il degrado in cui versa l’economia italiana e come rispondere ad una politica fiscale dannosa per il Paese». Per quanto riguarda la proposta di Bossi di fare «una protesta fiscale», spiega un dirigente di Fi, Berlusconi «non è sembrato del tutto convinto», aggiungendo che comunque «non era proprio l’occasione giusta, prima vogliamo conoscere la proposta in profondità e poi se ne discuterà con tutti gli alleati». Nel rendez vous di Forza Italia, ovviamente, si è discusso anche dell’imminente ripresa dell’attività politica. A cominciare dalla festa di Telese, dove domani si attende Berlusconi, ma secondo indiscrezioni «lui alla fine potrebbe non andare». E poi Gubbio, in programma dal 6 all’8 settembre.

È stata fatta anche una panoramica sui prossimi appuntamenti legislativi ed in particolare sulla ripresa dei lavori di Camera e Senato. «L’unica decisione operativa presa è stata quella di un grande rilancio della Cdl», spiega in serata Giuseppe Pisanu. E la proposta di Bossi? Secco l’ex ministro: «Lasciatelo parlare».

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