Rodolfo Parietti
da Milano
Ha subito messo le carte in tavola Ben Bernanke, dal prossimo primo febbraio successore di Alan Greenspan alla guida della Federal Reserve. Per quanto la continuità con la politica dellillustre predecessore rimanga «la priorità principale», lattuale capo-consigliere economico di George W. Bush intende dare unimpronta del tutto personale alla conduzione della Fed, soprattutto attraverso lintroduzione di un target dinflazione sul modello adottato dalla Bce e dagli istituti di emissione di Gran Bretagna, Australia e Brasile.
La questione è stata sollevata ieri da Bernanke davanti alla Commissione bancaria del Senato, nel corso di unaudizione che è servita allex professore della Princeton University per spiegare i benefici derivanti dalladozione di uninflation targeting. «Fornire una guidance quantitativa circa il significato di stabilità dei prezzi a lungo termine - ha detto - potrebbe avere diversi vantaggi, inclusa unulteriore riduzione dellincertezza pubblica sulla politica monetaria e circoscrivere le aspettative di inflazione a lungo termine con maggiore efficacia». Questo tipo di orientamento è lo stesso che condiziona, fin dalla sua costituzione, la Bce. In misura eccessiva, secondo quanti accusano listituto di Francoforte di essere troppo sensibile alla dinamica dei prezzi e poco attenta al sostegno della crescita economica. Lo stesso Greenspan ha sempre fortemente avversato la pratica di assegnare un tetto allinflazione, rintuzzando a più riprese ogni tentativo di introdurla, mentre alcuni economisti sottolineano i timori di una parte del Congresso sulla possibilità che una linea anti-inflazione prevalga sullobiettivo della piena occupazione.
Ieri Bernanke ha promesso di non voler prendere «decisioni affrettate» su questo obiettivo, dal momento che «il tema richiede uno studio ulteriore presso la Federal Reserve - ha precisato -, così come discussioni e consultazioni ad ampio raggio». Lapproccio è soft, diplomatico, e potrebbe essere del resto la chiave giusta per catturare consensi tra i 12 governatori della banca centrale Usa. I Fed watchers hanno individuato due schieramenti, per il momento, in perfetto equilibrio: sei favorevoli a stabilire linflation targeting, tra i quali il presidente della Fed di Richmond, Jeffrey Lacker; e sei attestati sulle posizioni di Greenspan. Tra questi Donald Kohn, delfino del Maestro e nei mesi scorsi uno dei candidati più accreditati alla sua successione. È dunque possibile che allinterno di Eccles Building, quartier generale della Fed, si sviluppi un dibattito anche aspro sul tema dellinflazione. Ieri, comunque, il dipartimento al Commercio ha reso noto che i prezzi alla produzione sono cresciuti in ottobre dello 0,7%, anche se la parte core (cioè esclusi alimentari e petrolio) ha mostrato una contrazione dello 0,3%, aggiungendo così un altro dato contraddittorio alla recente storia dellinflazione Usa.
Ma landamento dei prezzi potrebbe non essere il solo problema con cui Bernanke dovrà confrontarsi. Gli analisti sono convinti che la Fed, prima di interrompere il ciclo restrittivo, abbia margini per alzare ancora tre volte i tassi (dallattuale 4 al 4,75%). Poi, il previsto rallentamento economico nel 2006, potrebbe costringere Washington a tagliare il costo del denaro.
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