Politica

La bidella e il quindicenne: nasce una bimba

Il processo sarebbe dovuto cominciare a Belluno, ma lo sciopero degli avvocati ha bloccato tutto

Marino Smiderle

da Belluno

Lui ha la metà degli anni di lei. Quindici a trenta. Sembra il parziale di un game a tennis e invece è l’inizio di una storia che è difficile definire d’amore, anche se ha generato una figlia. No, questa storia, cominciata a una fermata di autobus, a Belluno, è diventata un fascicolo giudiziario avvolto da una patina di morbosa curiosità, com’era anche logico che accadesse.
Lei, madre di altri tre figli, che denuncia i genitori di lui di aver tentato di farla abortire; i genitori che accusano lei di aver minacciato il ragazzo e la sua fidanzatina. Il processo incrociato doveva tenersi in questi giorni, ma uno sciopero lo ha fatto slittare a fine novembre. Nel frattempo a Belluno si parla solo del ragazzo sedotto dalla bidella, con toni da film scollacciati anni 70.
Tutti ricorderanno la vicenda che ha tenuto banco a Seattle, Stati Uniti, alla metà degli anni 90, quella della docente Mary Kay, 34 anni, sposata con figli, e del suo alunno Vili, che all’epoca aveva 12 anni. La donna finì in galera per violenza sessuale, eppure quella tresca continuò negli anni a venire, scatenando un putiferio nell’opinione pubblica americana. A Belluno la violenza sessuale non c’entra: il ragazzo ha detto di essere consenziente e, avendo più di 14 anni, non si può configurare questo tipo di reato. Piuttosto, qui è un problema di minacce, di reazioni, di ripicche. E di insana gelosia.
Sì, la bidella è gelosa di questo ragazzino precoce, non vuole che frequenti nessun’altra all’infuori di lei. E così manda un sms alla ragazzina di lui: «Lascia perdere F. perché sono incinta di lui, se non lo fai vengo davanti a scuola. Non è finita qui. Ti picchio. Ti spacco le ossa».
Anche al quindicenne arrivano messaggi poco rassicuranti: «Se non fai l’amore con me dico a tua madre e a mio fratello che sono incinta di te». E in più, dal tono degli altri sms, si deduce che lo segue, che lo tiene sotto controllo. F. si spaventa e, all’ennesima minaccia nei confronti della fidanzatina, decide di rivelare tutto a casa.
A questo punto la bidella, A.M., viene avvicinata dal padre del ragazzo, B.P., per cercare di trovare una soluzione comune. E la soluzione, secondo il parere dei genitori, sarebbe quella dell’aborto. «Hai già tre figli - dicono alla bidella - non è il caso di averne un quarto. E poi nostro figlio è troppo giovane, non può diventare padre adesso, che garanzie può offrirti? Ha solo 15 anni».
Il padre si offre di accompagnarla da uno specialista e le promette che si accollerà le spese dell’intervento. La mamma del ragazzo la mette giù più dura, ventilando una denuncia che avrebbe potuto farle perdere gli altri figli.
Ma la bidella non accetta, anzi, reagisce con una denuncia nei confronti dei genitori dell’amato, accusati ora di violenza privata e tentato delitto (cioè per aver cercato di convincere la donna a interrompere la gravidanza).
Ma per l’avvocato della madre del ragazzo, Gian Luca Nicolai, i genitori avrebbero soltanto invitato la bidella a riflettere sulla differenza d’età, prendendo in considerazione l’opportunità di abortire.
Vista la reazione della donna, i genitori hanno deciso di contrattaccare, denunciandola per minacce, documentate dagli sms inviati. Ma per l’avv. Annamaria Coletti, che difende la bidella, i reati contestati non avrebbero alcun legame con la consumazione dei rapporti sessuali, visto che il ragazzo ha sempre detto di essere stato consenziente.
Sono passati tre anni, l’amore reso problematico dalla differenza d’età è diventato un ricordo sgradevole, anche se ha lasciato una bella bambina.

Al processo, fissato per il 30 novembre, verrà giocato il primo vero game di una partita che nessuno, comunque vada, riuscirà a vincere.

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