Alla Bocconi attacco al rettore. Ma il vero obiettivo è Monti

Ieri nell'ateneo più prestigioso d'Italia, alle luce della bomba lanciata nel pomeriggio dal sito Dagospia, non si parlava d'altro: che il rettore in carica della Bocconi, Guido Tabellini, possa non essere confermato o, peggio ancora, che possa essere sostituito in corsa ancora prima di portare a termine il proprio mandato, il 31 ottobre prossimo. Negli ambienti universitari bollano le indiscrezioni come «una bufala», «un'ipotesi senza fondamento», tant'è che, al contrario, secondo qualcuno, a Tabellini sarebbe già stato chiesto di rimanere per altri due anni. E l'economista avrebbe fatto già sapere che accetterà. In ogni caso a decidere i giochi sarà il cda dell'ateneo, in agenda per lunedì.
All'ordine del giorno, è vero come riportava Dagospia, c'è la discussione sull'eventuale riconferma del rettore, ma è altrettanto vero, spiegano fonti vicine all'università, che da sempre il cda di primavera, in vista della scadenza del mandato di fine ottobre, tratta l'argomento. Del resto, nel caso fosse stato ipotizzato un ribaltone, sarebbe quantomeno stato avviato un giro di consultazioni per trovare il nome del successore, cosa che non è avvenuta. Tabellini sembrerebbe quindi avviato a portare a quattro anni il proprio rettorato. Un rettorato speciale, focalizzato sull'internazionalizzazione dell'ateneo, compito che, a detta dei più, non è stato in alcun modo disatteso. Dopodiché a succedergli sarà un aziendalista, in virtù di quella legge dell'alternanza che impone che al rettorato di un economista segua quello di un professore legato agli ambienti aziendalistici. Del resto lo stesso Tabellini, dopo essere stato nominato all'unanimità dal cda, dal novembre del 2008, aveva sostituito l'aziendalista Angelo Provasoli, che era stato rettore dal 2004. A questo punto però è lecito domandarsi chi avrebbe potuto avere un interesse a diffondere la voce secondo cui Tabellini starebbe per essere spodestato dal trono.
Qualcuno, vicino agli ambienti bocconiani, spiega che l'economista cinquantaquattrenne potrebbe essere stato usato a mo' di pedina per colpire in realtà Mario Monti, presidente del cda e suo promotore.

Non sarebbe un mistero che in seno al cda della Bocconi stia montando una sorta di partito anti-Monti, finalizzato a intaccare in qualche modo i poteri, da qualcuno ritenuti eccessivi (è presidente a vita), che l'ex commissario europeo ha all'interno del board.

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