«Via Borghezio», i no global attaccano la polizia

Pugni e lanci di bottiglie: gli agenti costretti a caricare

Marino Smiderle

da Padova

La protesta democratica e tollerante dei no global raggiunge la sua vetta di civiltà quando i più lungimiranti si infilano il casco da motociclista, prendono qualche manciata di sanpietrini e decidono che è arrivato il momento di andare a interloquire con l’europarlamentare Mario Borghezio. Lui è sul palco a parlare di scontro di civiltà, i disobbedienti vorrebbero uno scontro e basta. Per loro i terroristi islamici sono compagni che sbagliano, così tutti contro Borghezio, che già è stato aggredito qualche tempo fa, mentre viaggiava in treno, quando qualche no global lo ha mandato all’ospedale. Ieri la lezione di tolleranza avrebbe dovuto avere un seguito e, se non ci fossero stati sessanta poliziotti a fare da scudo, Borghezio all’ospedale ci sarebbe andato di nuovo.
Succede a Padova, in Fiera, dove l’europarlamentare della Lega Nord è stato invitato a parlare a un convegno sul tema «La condizione dei cristiani nel mondo islamico». Il relatore non è uno che la manda a dire e su questo argomento è stato sempre, per usare un eufemismo, poco diplomatico. Mentre comincia a parlare, fuori dalla Fiera si radunano pacificamente circa duecento no global. L’obiettivo dichiarato è far sentire a Borghezio tutto il proprio disprezzo.
Borghezio viene a sapere dell’accoglienza ricevuta e scalda l’uditorio con la sua colorita opinione: «La manifestazione - dice - è un tentativo parzialmente riuscito di intimidazione delle persone. Questo ci fa capire che cosa avverrebbe in questo Paese se i no global andassero al governo, magari con Caruso sottosegretario agli interni. Se la Lega avesse il 51 per cento ed io fossi il ministro dell’Interno, per questi qui avrei pensato a una soluzione molto dura: mandarli a lavorare». Applausi in sala, ma là fuori per i poliziotti si fa dura. I no global cominciano a scambiare qualche chiacchiera con gli agenti, mentre sul palco Borghezio dice di sentirsi un sassuolese ricordando l’episodio che nei giorni scorsi ha visto protagonisti un immigrato ubriaco e i carabinieri. «Noi la pensiamo esattamente come i cittadini di Sassuolo, che da bravi modenesi quello che hanno da dire lo dicono chiaro, e nel loro dialetto: “ian fai ben”, hanno fatto bene. Oggi andremo a Sassuolo soprattutto per guardare in faccia questi carabinieri e per stringere loro la mano. Questi extracomunitari non possono pensare di provenire da Paesi dove le carceri sono in condizioni disumane e la polizia è molto violenta, e poi lamentarsi se i carabinieri qui da noi gli ammanettano per arrestarli quando fanno i delinquenti». In effetti, in serata, Borghezio raggiunge Sassuolo e attacca: «Tutta la città è con i carabinieri». Poi, la proposta: «Una copertura delle spese legali per i fatti conseguenti ad azioni in servizio; è una vergogna che dopo aver rischiato la pelle debbano pagarsi anche l’avvocato».
Ecco, i no global più «attivi», quelli con i caschi, i sanpietrini, i carrelli pronti a essere lanciati addosso ai poliziotti, entrano in azione. Ma gli agenti, con poche manganellate e un lacrimogeno, consentono a Borghezio di terminare l’intervento.
Il questore di Padova, Alessandro Marangoni, archivia l’accaduto con soddisfazione professionale («La manifestazione si è svolta regolarmente, anche se verso la fine c’è stato qualche momento di tensione, peraltro risolto senza incidenti di rilievo»).

I Verdi per la pace di Padova, invece, «denunciano l’atteggiamento aggressivo, tenuto dalle Forze dell’ordine nei confronti dei manifestanti intorno alla Fiera». Luca Casarini, leader dei centri sociali del nord est, risponde alla battuta del leghista «Noi un lavoro ce l’abbiamo: spazzare via l’immondizia come Borghezio».

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