Bancarella, Rolex e moto. Il Baffo da Crema: "Per vendere inventavo poesie"

Roberto da Crema, il re delle televendite, racconta il suo rapporto con il denaro e il successo: "Il contatto con il pubblico vale più di tutto, i soldi sono una conseguenza"

Bancarella, Rolex e moto. Il Baffo da Crema: "Per vendere inventavo poesie"

Diretto e sincero con un respiro affannoso inconfondibile. Questo è Roberto da Crema conosciuto come “il baffo”, diventato il re delle televendite grazie al suo stile incofondibile. Una persona che si è sempre occupata di vendite e scambi di beni e servizi, racconta a Il Giornale.it il suo rapporto quindi con il denaro e il successo.

Se dico investimenti cosa viene in mente?

Mi fai una domanda lavorativa o personale?

Partiamo con il personale.

Allora mi viene in mente il divertimento, se c’è una cosa che mi piace non ci penso e la compro. Sono uno di manica larga, agisco di impulso, sono uno spendaccione con la passione dei motori. Solo quella. Non mi drogo, non bevo e ho smesso di giocare. Non ho vizi, ma amo tutto ciò va su due ruote: prima dell’intervista mi stavo guardando delle moto Guzzi e me ne sono innamorato. Ho a casa tre moto che non uso e penso ne acquisterò un’altra. Io godo solo a sentire il rombo, le accendo e le spengo. Una libidine.

A livello lavorativo invece se dico investimenti a cosa pensi?

Sono sempre stato fortunato, un disperato nelle cose personali ma nel lavoro sono un segugio, ho sempre venduto tutto quello su cui ho messo le mani. Ho fiuto e non ho mai sbagliato un cambio merce. Se invece mi dici finanza.

Se andiamo sulla finanza cosa succede?

Sono un contadino verace, se mi parli di borsa mi viene in mente la borsa della zia Teresa la domenica dopo la spesa al mercato. Non mi parlare di Wall Street o trading che non capisco nulla. Sette anni fa ho comprato un lingotto d’oro a 32 euro al grammo, ora l’oro è raddoppiato, a saperlo ne avrei preso un bancale. E' stato un colpo di, se posso dirlo, culo! La persona davanti a me quel giorno comprò 100 lingotti e pensai “che pirla”. A conti fatti il pirla sono io.

Quindi se ti dico la parola bit-coin?

Posso dirti una cosa a istinto? La parola Bitcoin mi ricorda il nome di una malattia. Non riesco ad avere a che fare con una moneta che non esiste o comunque è virtuale. Per me rimane una parolaccia.

Più generoso o più avaro?

Sono un generoso, tutti i venerdì con i miei amici mangiamo insieme e ce la giochiamo a carte, scala 40. Io pago anche quando vinco. La soddisfazione di offrire una pizza agli amici è qualcosa di impagabile. Poi ci sono i soliti “tirchioni” della compagnia che mi danno dello sciocco perché pago sempre io. Penso che i veri pirla siano loro. La manina è una brutta cosa.

Il denaro è sinonimo di successo?

Direi di no e ti faccio un esempio: qundo ho iniziato non mi conosceva nessuno e vendevo prodotti senza neanche avere la descrizione e le caratteristiche di cosa stavo vendendo, allora mi inventavo un modo, una poesia, un movimento da fare insieme all’oggetto. Creavo la voglia di farti comprare e arrivavano centinaia di chiamate. Quello era il successo, il rapporto con il pubblico. Il denaro è solo una conseguenza.

Si sono mai rovinati rapporti per colpa dei soldi?

Sì, è successo. Una volta prestai dei soldi a un amico e non li ho più avuti indietro. A distanza di anni ho rivisto l’amico alla guida di un’auto di lusso e ha fatto finta di non vedermi. È paradossale: io gli prestai i soldi e io ero quello da evitare. La maggior parte delle persone che ho intorno però non sono così. Ho una casa a Lampedusa e sai che soddisfazione fare un giro in barca e poi una grigliata tutti insieme.

Cosa ha comprato con i soldi del primo contratto/lavoro importante?

Ho preso un Rolex d’acciaio, ai tempi lavoravo a Catania per Telecolor e vendevo pennelli per tinteggiare le pareti. Un altro televenditore vedendomi in diretta che indossavo un orologio da 30 mila lire mi prese in giro, allora mi sono fatto coraggio e con i primi soldi mi comprai per quasi 3 milioni di lire un Rolex che possiedo ancora.

Prima si vendeva per televisione oggi invece online, a te piace fare shopping? Se sì dove?

Bellissima domanda, hai davanti l’ignorante più grande al mondo per quanto riguarda i computer, io sono alla vecchia maniera, mio nonno vendeva frutta e quando lo aiutavo al mercato mi inventavo poesie sulle ultime pere rimaste descrivendo la bellezza della frutta alla signora Teresa di turno. Il contatto con la gente è la cosa più bella che c’è, sia quando compri che quando vendi.

Ha mai la sensazione di non avere abbastanza soldi? Se sì, quanto frequentemente?

No e ti spiego perché, ho sempre venduto e comprato, soldi che entravano e uscivano. Prima vendevo in televisione poi ho aperto dei negozi. Ho fatto mille progetti e mille lavori ma quando uno vive ed è felice di quello che ha non si preoccupa più. A me basta la mia barchetta e andare a pescare nel mare di Lampedusa. Non cerco cose fantascientifiche perché ho imparato che ci lasci il “culo” alla lunga.

Quali sono stati i soldi meglio spesi della tua vita?

Sinceramente? Un mulinello elettrico per pescare, mi ricordo che ero a Lampedusa e quando

peschi con filo a 80 metri fai una fatica incredibile. Il primo giorno che lo usai con me c’era anche un pescatore detto Peppino Calamaro, mi disse “Baffo, cos’è questo rumore?”. Gli piacque talmente tanto che ne comprò due!

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