Brasile, vescovi contro Lula: la diga ucciderà gli indios dell'Amazzonia

Con la costruzione della diga di Belo Monte 30 mila persone rischiano seriamente di morire. A denunciarlo sono 13 vescovi dell’Amazzonia orientale, a Roma per la visita ad Limina a Benedetto XVI

Roma - Con la costruzione della diga di Belo Monte 30 mila persone rischiano seriamente di morire. A denunciarlo sono 13 vescovi dell’Amazzonia orientale, oggi a Roma per la visita ad Limina a Benedetto XVI. In una conferenza stampa i presuli hanno poi fatto appello perchè sia fermato il progetto della centrale idroelettrica e dell’annessa diga approvato dal governo brasiliano. «Nel luglio scorso ho incontrato il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula Da Silva, il quale mi assicurò che il progetto della diga sarebbe andato avanti solo con dei vantaggi a tutti gli interessati. Ora invece è minacciato il destino di migliaia di persone» ha spiegato il vescovo di Xingu, Erwin Krautler, che per le sue prese di posizione a difesa degli autoctoni da qualche tempo è minacciato di morte e gira sotto scorta. Il presule ha aggiunto che la costruzione della diga sul fiume Xingu provocherà «una deviazione del corso fluviale con la conseguente perdita di risorse per migliaia di indigeni che vivono principalmente di pesca».

Non solo. Il progetto provocherà la formazione di un lago - ai margini dei quale sarà costruita la centrale - «che inonderà un terzo della città di Altamira dove attualmente vivono 20mila persone», ha denunciato Krautler.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica