Burlando: «Vincenzi ti capisco, ma bisogna saper perdere»

Bisogna saper perdere. Lo dice anche Claudio Burlando a Marta Vincenzi, dopo le dichiarazioni folli rilasciate dalla sindaca battuta alle primarie. «Dopo la fatica che ha fatto, è ovvio che provi amarezza - accenna all giustificazione prima della stoccata -. Credo però che debba accettare questo risultato. Nel 2007 senza le primarie avremmo scelto come candidato Mario Margini. Le primarie però si fecero e vinse la Vincenzi».
Ma stavolta le primarie non erano dovute. Anzi, con un sindaco uscente è stata una scelta voluta dalla dirigenza. Che non a caso si è dimessa. Ha sbagliato? «Non saprei. Le dimissioni sono state date, vedremo cosa accadrà - frena Burlando -. Ma questi giovani hanno agito in una situazione difficile. Hanno anche avuto la capacità di capire che tra la città e l’amministrazione non c’era più sintonia». Però hanno dimostrato di essere ancora più lontani dalla città rispetto a Marta Vincenzi, visto che la soluzione che hanno proposto loro, cioè Roberta Pinotti, la candidata «ufficiosa» del Pd, ha fatto pure peggio. «Molti elettori del Pd hanno votato Doria - rimescola le carte dei partiti, il governatore -. Lo dicono i numeri e li ho visti anche fisicamente votare». Nessuno dica però che Burlando ha messo becco nelle primarie. Non le ho seguite per nulla, poi avevo due amici come Silvio Ferrari e Mario Carta che stavano con Doria, altri amici come Mario Tullo e Walter Ferrando che stavano con Vincenzi e Pinotti - svicola la domanda -. La realtà più semplice, è quella che se si fanno le primarie, i dirigenti si mettono da una parte e la gente sceglie quello che ritiene il candidato ideale per vincere la battaglia di Tursi. È la cosa più semplice, ma nessuno la capisce. Non è una sconfitta del Pd. La realtà è che il Pd non è stato pronto a offrire un’alternativa nel momento in cui è caduto il berlusconismo. Ed ecco spiegato il governo Monti, tanto che qualcuno sta ipotizzando un suo prolungamento». Anche Burlando toglie il velo di rappresentante dell’antipolitica che qualcuno vorrebbe affibbiare a Doria: «Non viene da un altro pianeta. In casa, fin da bambino respirava politica come una cosa nobile».
Il presidente della Regione ha poi annunciato anche il quasi certo affidamento di una nuova commessa a Fincantieri (una chiatta per il trasporto di tronconi di navi) e la possibile soluzione della questione dei pensionati dell’amianto. Due buone notizie per la Liguria che però non hanno evitato a Burlando dure critiche.

«Non è venuto in consiglio regionale neppure un minuto - tuona Lorenzo Pellerano della Lista Biasotti -. Certe cose le dice su twitter e in conferenze stampe, ma non alle istituzioni che insieme a lui hanno lavorato per risolvere queste situazioni annose».

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