Alberto Pasolini Zanelli
da Washington
George Bush ha scelto, ancora una volta, il «centro». Il centro della Destra. Nominando John Roberts per il seggio vacante nella Corte Suprema, il presidente ha cercato di accontentare tutti i settori dellopinione pubblica conservatrice, nel suo partito e fuori. Ha preso un uomo giovane e solido, culturalmente e ideologicamente impeccabile, non identificabile con lala estrema evangelica ma ad essa accettabile, e nel contempo capace di dare garanzie alla Destra americana più tradizionale. Un uomo dallaspetto quieto e ordinato, dalle idee ben ferme ma dotato di agilità manovriera, e soprattutto privo di quella spigolosità che è abbastanza comune nella sua area politica e che conduce a ricercare lo scontro anche dove questo non sarebbe necessario.
John Roberts non era la prima scelta dei crociati antiabortisti, ma ha anche nei loro confronti credenziali impeccabili: di fronte alla Corte Suprema ha sostenuto che dovrebbe essere sconfessata la «decisione Roe contro Wade» che dichiarò incostituzionali tutte le leggi che proibivano linterruzione volontaria della gravidanza. Però non lo ha fatto da giudice bensì da avvocato: rappresentava infatti il governo federale in una petizione antiabortista che la Corte Suprema respinse. Alla successiva occasione Roberts si affrettò a riaffermare che quella sentenza andava comunque rispettata, perché legge. Egli ha segnato così un altro punto a suo favore presso i giuristi conservatori, che si richiamano alla formula «stare decisi» e al dovere dei giudici di «applicare le leggi, non scriverle». Non era da attendersi gran che di diverso, del resto, da un ex avvocato che debuttò in magistratura come segretario dellattuale presidente della Corte Suprema William Rehnquist, considerato il faro delle interpretazioni conservatrici.
Giudice improprio Roberts lo è stato solo per due anni, peraltro molto attivi, in cui ha scritto il dispositivo di 33 importanti sentenze. Una di queste, fra le più recenti, ha riaffermato il diritto dei tribunali militari a processare secondo i loro metodi, incluse le sedute segrete, i sospetti di terrorismo; il che lo qualifica presso i fautori della linea dura e il «partito della guerra». Egli si è però astenuto dallesprimere pubblicamente le sue opinioni, scampando così al pericolo di mobilitare lostilità di moderati e liberali, che era costata il posto a uno dei suoi «maestri», Robert Bork, cui il Congresso negò la ratifica. Anche la brevità della sua esperienza giudiziaria vera e propria sarà per lui un aiuto nel passare indenne lo scrutinio del Senato.
Non si prevede dunque che Roberts sarà sottoposto a un vero e proprio fuoco di sbarramento quando si presenterà al Congresso. Non sono i repubblicani vi detengono la maggioranza, ma hanno anche stipulato di recente una specie di tregua con i democratici «moderati» che esclude il ricorso allostruzionismo tranne che in casi particolarmente controversi; e il caso di Roberts difficilmente vi si può far rientrare. E infatti le prime reazioni dei parlamentari dellopposizione sono state misurate, almeno nella forma. Solo il senatore Schumer, un «liberale», ha preannunciato battaglia puntando sul rifiuto di Roberts in altre occasioni a rispondere alle domande sui suoi orientamenti ideologici. «Questa volta - ha declamato il senatore di New York - la posta è molto più alta ed egli dovrà spiegarsi».
Le reazioni più aspre sono venute finora fuori dal Congresso, in particolare dalle organizzazioni femministe schierate in difesa del diritto allaborto. Pochi prevedono che lingresso di Roberts, pur spostando sensibilmente a Destra il baricentro della Corte, la indurrà a prendere di petto «Roe contro Wade» e a capovolgerlo. È probabile invece che inizierà unopera di erosione progressiva, cominciando dai casi più controversi come il «partial birth abortion».
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