C’è lo Sporting e la Roma vuole tornare grande

Il Napoli, i fantastici quattro, l’indolenza di Totti e la difesa in vacanza. Tutti incubi metropolitani da accantonare in tempo utile. Alle 20,45 all’Olimpico (l’orario è ferreo, non siamo in campionato) arriva lo Sporting Lisbona per uno spareggio (il 7 novembre la gara in Portogallo) che vale l’ipotetico secondo posto nel girone alle spalle del Manchester United. Ma l’atmosfera risente dello scoramento della piazza e la prevendita non è da pienone. Del resto le ambizioni della Roma sembrano improvvisamente ridimensionate dopo il potente avvio in cui la squadra sembrava potesse vincere tutto. Spalletti fa buon viso a cattivo gioco: «Questi periodi sono comuni a tutte le squadre. Capita che le cose non vadano, ma non ci sono i presupposti per creare allarmismo. Meglio mantenere la calma perché contro lo Sporting ci giochiamo il passaggio del turno. Noto solamente una piccola involuzione se consideriamo le ultime partite, ma la Roma non esce ridimensionata da questi impegni».
Sarà. Sta di fatto che nelle ultime tre gare casalinghe di campionato i giallorossi hanno subito 10 reti, troppe, il modulo tattico non è più un mito. «Non c’è bisogno di cambiare gioco - ribatte Spalletti -. Del resto Cicinho ci piaceva, lo abbiamo preso e ci piace ancora. Ci piaceva anche Suazo, ma abbiamo in attacco un giocatore come Vucinic che per certe situazioni è anche più utile di lui. Certo che c’è qualcosa da sistemare, ma non bisogna rifare tutto da capo». Esclusa l’ipotesi di un calo da appagamento, dopo la vittoria in Supercoppa e gli elogi ricevuti in avvio di campionato. «No - risponde Spalletti - non ci siamo ammorbiditi e soprattutto non pensiamo di aver vinto tanto, anzi. Sono due o tre partite che facciamo vedere di aver smarrito un po’di certezza e sicurezza, ma non ho visto una squadra che ha sbagliato lo sviluppo delle situazioni».
Rimedi non ne vengono in mente, se non l’auspicato modulo con la punta centrale di peso (da acquistare a gennaio). Nel frattempo qualcuno propone una rispolverata al vecchio, sano ritiro. «Serve solo più attenzione difensiva e maggiore tranquillità, siamo una squadra di qualità che si esprime al meglio se riesce a gestire le tensioni. Ma non c’è bisogno del ritiro, questo è un gruppo di persone serie che va a casa la sera e mette a letto i bambini. Il coprifuoco non fa al caso nostro. Ma lo sapete che durante i ritiri i giocatori stanno peggio che a casa? A Udine ho passato praticamente un anno in ritiro. Abbiamo faticato e ci siamo salvati all’ultima giornata...».
Comunque è un momento no. Che si legge anche in certe coincidenze sfortunate, come l’infortunio capitato ieri mattina a Perrotta che ne mette in dubbio la presenza questa sera. «Il momento è questo - allarga le braccia l’allenatore -, lo dimostra il fatto che Perrotta ha subito una distorsione alla caviglia, da solo mentre correva: bisogna solo fare fronte a queste piccole cose che ti capitano, a prescindere dagli errori». Per il centrocampista è stato necessario l’intervento del medico e la fasciatura della caviglia, questa mattina verranno valutate le sue condizioni a freddo».


La Roma, che recupera Juan in difesa e punta su Panucci preferito a Cicinho, non perde una gara in casa nelle coppe europee dall’8 dicembre 2004 quando, in Champions League, venne superata per 0-3 dal Real Madrid: da allora otto vittorie e tre pareggi.

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